Agrivoltaico, gli operatori pronti a rinunciare al bando Pnrr

Agrivoltaico, gli operatori pronti a rinunciare al bando Pnrr

Sguardi rivolti al decreto FerX

Nel frattempo, comunque, spiegano gli operatori, «molti investitori stanno valutando di abbandonare il percorso Pnrr in favore di strumenti alternativi, come il decreto FerX (la pubblicazione del cui testo definitivo, che metterà a gara circa 30 gigawatt di capacità aggiuntiva, nel triennio 2026-2028, è prevista nei prossimi mesi, ndr), considerato più flessibile, attrattivo e allineato alle condizioni operative attuali». La conseguenza, però, sarebbe la perdita di un’occasione e di importanti finanziamenti provenienti dal Pnrr.

«L’agrivoltaico e i fondi Pnrr – afferma Alessandro Migliorini, country manager Italia di European energy – rappresentano una grande opportunità per lo sviluppo delle rinnovabili in Italia. Il problema, qui, sono le tempistiche, che si scontrano con la realtà dei fatti: perdere la possibilità di utilizzare i fondi Pnrr per problemi legati, ad esempio, alla connessione alla rete e al permitting secondario e il rischio di non rispettare le attuali scadenze, troppo ristrette, determinerà l’abbandono di molti progetti, perché gli impianti richiedono importanti investimenti finanziari e programmazione certa, o la scelta di accedere ad altre soluzioni come il FerX».

Ogni progetto di impianto rinnovabile, aggiunge Migliorini, «coinvolge una filiera di aziende, operatori e professionisti; e in un Paese che è già in ritardo sui target 2030 di energia pulita, sarebbe bene riflettere e adottare qualche correttivo. Per questo, come gruppo di investitori, abbiamo avviato un dialogo specifico sui fondi Pnrr con il dicastero dell’Ambiente».

I timori degli operatori del fotovoltaico

Esiste, chiosa Matteo Di Carlo, di Dhc (cioè Jiangsu Dhc environmental Si-tech, fornitore professionale di soluzioni per sistemi ibridi, eolici e solari), un’altissima probabilità che gli operatori, intimoriti dalla scadenza imminente, scelgano di optare per altri regimi incentivanti, come ad esempio il FerX. Quest’ultimo, infatti, prevede tempistiche molto più gestibili».

Alla luce «delle difficoltà operative che numerosi stakeholder del settore energetico stanno incontrando – afferma Roberto Petrella, di Alantra Solar (azienda che investe in infrastrutture solari in Ue) – una proroga dei termini di fine lavori appare non solo giustificata, ma strategicamente necessaria. In assenza di un adeguamento tempestivo delle scadenze, il rischio di un disimpegno, su larga scala, da parte degli operatori, appare concreto, con potenziali ripercussioni negative sull’efficacia degli interventi pubblici previsti dal bando agrivoltaico. Una revisione dei termini, al contrario, permetterebbe di salvaguardare la partecipazione attiva al bando».

Fonte: Il Sole 24 Ore