Agronomi e forestali, competenze trasversali per anticipare il futuro
Una professione strategica per le dinamiche produttive del Paese. E che deve adeguarsi ai cambiamenti della società e dei tempi impressi dalle innovazioni tecnologiche, senza perdere il focus sul valore dell’expertise. È questo il ritratto dei dottori agronomi e dei dottori forestali che emerge dalla prima giornata del XIX Congresso nazionale.
Tra innovazione tecnologica e funzione sociale
In una data simbolica come quella del giubileo agroalimentare, la categoria ha scelto di proiettarsi su un futuro costellato di obiettivi ambiziosi. «Per decenni la nostra professione si è definita nel tratteggiare il perimetro delle competenze specialistiche: è stato un approccio in linea col tempo ma che ora offre risposte insufficienti», ha esordito Mauro Uniformi, presidente del Conaf. «Oggi servono competenze trasversali e olistiche per affrontare i problemi complessi. Per fare i conti con la trasformazione accelerata dall’Ai e con la velocità nell’evoluzione dei processi produttivi, che ha ormai raggiunto ritmi esasperanti».
Un quadro che, per Uniformi, «ridefinisce anche il profilo dello specialista, a cui oggi è chiesto di operare con la consapevolezza della funzione sociale che ricopre, integrando e superando gli aspetti tecnici».
La riforma delle professioni
Ma per fare i conti col futuro occorre regolamentare il presente. Ed è in questo alveo che si è innestato il tema della riforma delle professioni. «La riforma, ora delegata al Governo e da noi tanto sollecitata e attesa, dovrebbe finalmente far chiarezza su competenze e attività», ha chiosato Uniformi. Dissipando «un’ambiguità che ha causato fraintendimenti dannosi, valorizzando la formazione e mostrando ai giovani le potenzialità del mestiere». Che, come ha ribadito Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, «è chiamato a una grande responsabilità: trovare un equilibrio tra conservazione e promozione, tutela e sviluppi, facendo da leva diplomatica per il Paese».
Priorità alla qualità del prodotto
Per il segmento agroalimentare i profili dei professionisti restano un asset chiave. «Nelle filiere, dal produttore al distributore, bisogna garantire la massima qualità del prodotto», ha ribadito Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare. «E per questo vanno implementati i controlli secondo protocolli rigorosi: è qui che agronomi e forestali possono fare la differenza». Una linea cui ha fatto eco anche Marcello Gemmato, sottosegretario al ministero della Salute, proponendo una sinergia tra professionisti e istituzioni nella definizione di buone pratiche da applicare per potenziare l’obiettivo One health e «definire un nuovo sistema sanitario coerente e sostenibile».
Fonte: Il Sole 24 Ore