Air Italy: con un dipendente il marchio non è defunto

Air Italy: con un dipendente il marchio non è defunto

«Il marchio Air Italy defunto? Non ancora». Con un solo dipendente in capo all’ex compagnia aerea un tempo controllata da Qatar Airways (49%) e dall’imprenditore e principe ismailita Aga Khan (51%), i liquidatori non hanno intenzione di mollare facilmente uno degli ultimi asset rimasti di quella che era stata prima Alisarda e poi Meridiana. «Se ne parlerà quando la società verrà cancellata» dal registro delle imprese e ci vorrà ancora tempo, si apprende da fonti vicine ai liquidatori. A riportare all’attenzione le vicende di Air Italy è stata la richiesta da parte di Aeroitalia di utilizzare marchio in quanto trascorsi cinque anni dall’avvio della liquidazione volontaria, una convinzione che ha portato il vettore guidato da Gaetano Intrieri a depositare il marchio stesso.

Ma i liquidatori non ci stanno e in un comunicato di qualche giorno fa minacciano in caso di «utilizzo del marchio sotto qualsiasi forma, di valutare ogni opportuna iniziativa a tutela dei propri diritti e della propria immagine». A tenere in vita quello che rimane della regina di Olbia e della Costa Smeralda ci sono una cinquantina di contenziosi giuslavorisitici di ex dipendenti sui 1453 che erano in capo al vettore oltre agli obblighi fiscali, quanto basta per dire che «la società è ancora in essere e il marchio le appartiene» ed è in bella mostra sulla carta intestata con i suoi colori bordeaux e verde acqua. Quindi secondo i liquidatori Franco Lagro e Enrico Laghi il marchio «è ancora in uso», al contrario di quanto sostiene Aeroitalia.

In liquidazione dal febbraio del 2020 alla vigilia della crisi Covid a seguito della decisione presa dall’assemblea dei soci, da allora si è proceduto a pagare tutti i fornitori, restituire ai lessor gli ultimi 12 aerei, vuotare gli hangar di Olbia e i magazzini dell’AtiTech, il colosso della manutenzione oggi nuovo hub per i jet privati. La pandemia ha rallentato il processo, ma non i licenziamenti collettivi, poi trasformati in cig Covid, ma di fatto dall’ultimo volo del luglio 2020, oggi la società non è più operativa, benché ancora attiva sul fronte amministrativo.

Nata come Alisarda negli anni ’60 con i finanziamenti dell’Aga Khan e con l’obiettivo di rilanciare il turismo in Sardegna, le difficoltà economiche degli anni ’80 la trasformarono in Meridiana per poi procedere ad acquisire dapprima Eurofly e diventare successivamente Air Italy. Pensando di sfruttare la crisi di Alitalia, nel 2018 Qatar Airways rilevò la quota azionaria massima consentita dalla normativa comunitaria, pari al 49%, lasciando all’Aga Khan 51 per cento, ma l’aumento dei costi e una gestione poco attenta avevano fatto emergere le difficoltà della compagnia arrivata a perdere fino a 100 milioni all’anno.

Fonte: Il Sole 24 Ore