Al centro dell’Eurasia, l’arte ridisegna gli equilibri

Al centro dell’Eurasia, l’arte ridisegna gli equilibri

Nel cuore dell’Eurasia, una nuova geografia culturale prende forma. Dopo decenni di marginalità, l’Asia Centrale — con Kirghizistan, Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan in prima linea — si impone come un fertile laboratorio per l’arte contemporanea. Lontani dai riflettori del main stream globale, gli artisti della regione stanno riscrivendo il linguaggio visivo del presente, affrontando temi di identità, memoria post-sovietica, ecologia e trasformazione sociale. In un contesto ancora privo di un mercato strutturato, l’arte diventa strumento di resistenza, ricerca e liberazione.

Installazioni, performance, arte tessile e pratiche partecipative si intrecciano con l’eredità culturale della Via della Seta e con le urgenze del presente. In questa stagione di rinnovamento, l’Asia Centrale non è più una periferia da decifrare, ma un nuovo centro da riconoscere e ascoltare.
Una tappa fondamentale di questa trasformazione ha avuto inizio negli anni Ottanta, con la perestrojka e le prime crepe nei sistemi di controllo sociale. Dal 1986 in poi, molti artisti — allora giovani outsider — hanno vissuto un “risveglio culturale”: la presa di coscienza del divario tra la retorica ufficiale e la realtà vissuta, e la volontà di costruire una nuova narrazione. In questo periodo sono nati movimenti underground in tutto lo spazio postsovietico, spesso animati da spiriti ribelli che cercavano nuove estetiche, nuove forme di verità, nuove identità.

Le regioni in movimento

Nel vasto Kazakistan, da tempo sotto un regime autoritario che cerca di trovare un delicato equilibrio tra la vicinanza alla Russia e i legami con l’Europa e la Cina, ad Almaty, cuore culturale ed economico, due imprenditori Kairat Boranbayev e Nurlan Smagulov, hanno indirizzato i loro investimenti nell’arte: lo scorso maggio ha aperto il Tselinny Center in un ex cinema sovietico mentre a settembre sarà la volta dell’Almaty Museum of Arts, segnando un rinnovato interesse culturale nella capitale economica del paese.

In questo contesto si inserisce, in Uzbekistan, a Bukhara, la prima Biennale d’arte intitolata «Recipes for Broken Hearts (Ricette per cuori infranti)» dal 5 settembre al 20 novembre che vedrà nuove commissioni di opere d’arte site-specific e una programmazione di eventi dal vivo dispiegarsi nell’arco di dieci settimane in una celebrazione multisensoriale dell’arte contemporanea, dell’artigianato e del cibo, segnando una delle più grandi e diversificate iniziative culturali dell’Asia Centrale fino ad oggi.

Fonte: Il Sole 24 Ore