Alfaparf cresce tra acquisizioni e internazionalizzazione

Alfaparf cresce tra acquisizioni e internazionalizzazione

LL’ultima operazione in ordine di tempo è stata l’acquisizione del 100% di Xanitalia, azienda di Pesaro attiva nella produzione e distribuzione di cerette e prodotti per l’estetica professionale. Un’operazione che rappresenta una tappa significativa nel piano strategico di Alfaparf Milano, multinazionale italiana della cosmetica professionale che sviluppa, produce e distribuisce prodotti per la cura dei capelli, della pelle e per l’estetica attivo anche nei settori del private label, della dermocosmesi e della pet beauty.

Con sede principale a Osio Sotto (Bergamo), è presente in oltre 120 Paesi, con nove stabilimenti produttivi, 35 filiali dirette e un team di 3mila collaboratori. Conta tre centri di ricerca (in Italia, Messico e Brasile) e un portafoglio di oltre venti marchi, tra cui Alfaparf Milano Professional, Yellow Professional, Dibi Milano e Becos. Nel 2024 ha registrato un fatturato consolidato di 463,8 milioni di euro e un Ebitda di 106,5 milioni, pari a un +28,8% rispetto all’anno precedente.

«Con l’ingresso di Xanitalia, rafforziamo ulteriormente la nostra presenza nel settore della bellezza professionale – dichiara Attilio Brambilla, vice presidente di Alfaparf Milano –. Dalle nostre origini nel Nord Italia negli anni 90, quando abbiamo esteso la presenza internazionale, abbiamo costruito un gruppo indipendente, integrato e attento all’innovazione». L’operazione Xanitalia si inserisce in un più ampio percorso di espansione internazionale dell’azienda che ha recentemente acquisito anche Depil Bella e Raavi Dermocosméticos, brand brasiliani del gruppo Bioclean. L’internazionalizzazione di Alfaparf Milano ha preso avvio negli anni 90, con le prime esportazioni verso Spagna e America Latina, seguite dall’apertura di filiali commerciali in Messico, Argentina, Venezuela e Brasile e, in parallelo, dall’avvio di insediamenti produttivi in loco secondo un modello industriale basato su presenza diretta, integrazione verticale e prossimità ai mercati di riferimento.

Fonte: Il Sole 24 Ore