
Algoritmi infiltrati e agenti Ia, l’avanzata dei nuovi persuasori
In questo tempo di guerra che anche nel marketing appare capovolto, persino un peluche icona dei più piccoli può perdere la sua innocenza per essere arruolato e mandato al fronte, diventando strumento di propaganda militare. È successo recentemente ad una specie di orsetto dalle orecchie grandi, occhi sproporzionati e pelliccia marrone. Lo storytelling emozionale racconta che è arrivato da un Paese esotico, ritrovato per caso in una cassa di arance nel mercato generale di Mosca. Si chiama Čeburaška, per tutti affettuosamente Če, bestiolina comparsa sulla tv russa nel lontano 1969 grazie all’artista Leonid Švarcman. Un successo travolgente. Če da sempre aggrega generazioni e incarna amicizia, anche se oggi appare in mimetica e armata di tutto punto, ricamata sulle toppe delle divise dei soldati e persino disegnata in un lanciafiamme utilizzato in Ucraina. Nulla di nuovo sotto il sole spento dei conflitti. Già in passato i cartoni animati sono stati protagonisti nella propaganda bellica. In fondo veicolano messaggi semplici e immediati, provando a persuadere i pubblici. Ma oggi il salto è quantico perché la campagna di comunicazione persuasiva diventa transmediale e quindi molto più impattante.
Stimoli e persuasioni
Sorpresa, o forse no. Proprio la persuasione si insinua nelle tecnologie immersive e in quell’intelligenza artificiale sempre più abile nell’offrire soluzioni personalizzate. Un’inchiesta pubblicata pochi giorni fa sul magazine americano The Atlantic e ripresa da Time descrive un esperimento avvenuto in una comunità di utenti su Reddit nella quale si sono infiltrati agenti Ai per discutere e persuadere i membri a loro insaputa. Di fatto l’Ai ha generato argomentazioni calibrate in funzione della personalità e dei valori profondi degli utenti, rilevati grazie al loro storico online. Una forma di deep tailoring che è riuscita ad agire proprio come persuasione occulta: non visibile nel contenuto, ma efficace a livello psicologico. Da qui il monito: l’Ai può manipolare opinioni e comportamenti in modo invisibile e potenzialmente dannoso.
«Oggi più che mai siamo spesso vittime inconsapevoli di agenti Ai e di persone dalla dubbia moralità che tentano di spillarci soldi in cambio di nulla, di fantomatici esperti di qualsiasi cosa che ci promettono miracoli a basso prezzo e bassissimo sforzo. Inoltre il mondo corre alla velocità della luce ed è sovrastimolato: se vuoi farti ascoltare, devi sapere come fare. Se vuoi farti notare in questo caos, devi conoscere le regole del gioco», afferma Paolo Borzacchiello, autore di «Instant Persuasion. I segreti delle neuroscienze applicati alla persuasione», guida per comprendere e padroneggiare le dinamiche persuasive.
«La persuasione non è manipolazione, né un’arte oscura riservata a pochi eletti. Non è inganno e non è pressione indebita. È la capacità di ispirare, influenzare e orientare le decisioni altrui in modo consapevole, basandosi su meccanismi cognitivi profondamente radicati nel cervello umano. Non si tratta di un talento innato, ma di un’abilità che chiunque può apprendere e affinare», precisa Borzacchiello. Ma attenzione. Nel tempo segnato dall’intelligenza artificiale, le risposte più efficaci arrivano dall’intelligenza linguistica. «Le parole sono il modo che noi abbiamo per modificare la percezione del consumatore finale, ma non solo: sono anche lo strumento che possiamo utilizzare per farlo stare bene, per valorizzare la sua esperienza, per disegnare scenari emotivi che facciano bene a tutti, noi compresi. Con le parole giuste possiamo creare o consolidare relazioni di valore, emozionare, costruire legami empatici di lunga durata», dice Borzacchiello.
I nuovi persuasori occulti
A distanza di oltre cinquant’anni i persuasori sono ancora occulti, anche se hanno cambiato maschera, annidandosi nello scroll continuo di uno smartphone. I meccanismi che Vance Packard, sociologo statunitense attento alle manipolazioni della pubblicità e della psicologia dei consumatori, aveva teorizzato nel 1957 in un saggio diventato bestseller non sono scomparsi, ma sono stati incorporati nel codice. In fondo proprio gli algoritmi sono i nuovi persuasori occulti, presentandosi come servizi su misura. Non sono spariti, ma sono diventati sistema, interfaccia, intuizione. Non ti parlano, ma ti suggeriscono. Non ti convincono, ma ti prevedono. D’altronde le app usano il rosso per creare urgenza, i suoni delle notifiche imitano riflessi pavloviani, il linguaggio visivo ricalca i vecchi schemi pubblicitari. Insomma, i persuasori occulti di ieri sono ancora tra noi travestiti da esperienza utente.
Fonte: Il Sole 24 Ore