
All’Art Bonus oltre mezzo miliardo di euro dalle società
Un investimento strategico
Il supporto al patrimonio culturale non è solo un atto di mecenatismo, ma rappresenta un investimento strategico che genera benefici tangibili e misurabili per le imprese. Vantaggi su tre livelli distinti e interconnessi: economico, reputazionale e competitivo, in un circolo virtuoso che premia sia l’azienda sia la collettività. Il primo e più immediato vantaggio per le imprese risiede naturalmente nei benefici fiscali, dal momento che parte considerevole dell’investimento torna infatti all’azienda sotto forma di sgravio.
Tuttavia «sostenere il patrimonio culturale rappresenta un potente strumento di branding per le imprese», ragiona Botti. «Il restauro di un’opera d’arte o il rilancio di un teatro può consolidare l’immagine dell’azienda come attore responsabile e attento al territorio. Questo si traduce anche in un miglioramento della percezione del marchio da parte di clienti, dipendenti e stakeholder». Infine, contribuire a progetti culturali apre le porte a un’ampia gamma di opportunità di networking e sviluppo strategico.
Persone fisiche
Quanto alle persone fisiche, il contribuito è stato di 50 milioni di euro attraverso oltre 29mila erogazioni liberali (che mediamente di sono attestate sui 1.600 euro).
Nel 31% dei casi con donazioni che vanno da 10 a 100 euro, nel 52% dei casi da 100 a 1.000 euro e nel 15% dei casi da mille a 10mila euro. Con un 2% che va oltre i 10mila euro, che comprende anche qualche caso, eccellente e comunque sempre benvenuto, di grandi personaggi che possono permettersi anche a livello personale delle donazioni molto importanti.
Ciò fa capire, secondo Botti, «come le persone che donano per la cultura alla fine lo fanno con importi che sono abbastanza accessibili a tutti. Art Bonus sta dimostrando, infatti, che non bisogna essere per forza ricchi per essere mecenati. Anche nel caso degli individui l’andamento delle erogazioni annuali è in crescita nel decennio: nell’ultimo triennio è passato da 4,6 milioni annui a 6,5 milioni euro». I dati fanno comprendere la portata di un incentivo fiscale con una strategia culturale ben precisa. «Fra gli obiettivi del bonus fiscale c’era infatti proprio la sensibilizzazione e il coinvolgimento dei privati anche intesi come singoli cittadini: da questo punto di vista possiamo dire che l’obiettivo è stato centrato perché come mostrano le statistiche oltre il 60% dei donatori sono persone fisiche, e come abbiamo visto non si tratta solo di grandi mecenati».
Fonte: Il Sole 24 Ore