Alle urne per il sindaco di New York, sfida all’ultimo voto tra Mamdani e Cuomo
Zohran Mamdani ha attraversato a piedi il ponte di Brooklyn, guidando una folla di sostenitori davanti al municipio. Quella City Hall dove spera di entrare da nuovo sindaco, se sarà eletto martedì a New York. Primo musulmano e socialista democratico alla guida della città, a soli 34 anni e con una scarna carriera alle spalle ma forte di una domanda di ottimismo e cambiamento e di una campagna progressista che ha mobilitato nuovi elettori, dai giovani alla comunità asiatica. È stata una marcia, all’alba, dall’esplicito simbolismo: “Siamo ad un passo da un nuovo giorno per la nostra città”, ha intonato tra striscioni e slogan quali “tassare i ricchi” ed “è il nostro momento”.
Sull’altro lato della barricata elettorale, il simbolo dell’esperienza e dell’establishment, l’ex governatore democratico Andrew Cuomo che corre da indipendente moderato ed attacca il favorito come estremista e incompetente, cercando di far dimenticare i suoi passati scandali di abusi sessuali e non solo. Ha attraversato nell sprint finale più quartieri, dal Bronx a Washington Heights, con slogan aggressivi e parsi volti a far leva sulla paura di svolte radicali: “Il socialismo non ha funzionato in Venezuela e a Cuba”, ha detto, affermando che sarebbe lui il candidato capace di portare efficaci riforme.
Ha intascato anche il sostegno di Donald Trump, che ha dichiarato il suo appoggio, seppure tiepido, domenica sera durante un’intervista televisiva, e dell’attuale sindaco afroamericano Eric Adams, travolto però da accuse di corruzione. Il tabloid conservatore New York Post ha stimato che quasi un milione di facoltosi newyorchesi fuggirebbe dalla città davanti a Mamdani sindaco. Il terzo incomodo, il perenne candidato repubblicano Curtis Sliwa, appare anzitutto un elemento di disturbo, se sottrarrà voti a Cuomo.
Le previsioni della vigilia
Gli ultimi sondaggi vedono Mamdani in vantaggio su Cuomo in media di quasi 15 punti. Ma sorprese sono considerate possibili e alcune indagini vedono Cuomo in ritardo solo di 6 punti. L’intensità dello scontro è l’unica certezza: oltre 735.000 elettori hanno già votato anticipatamente, un record per un voto non presidenziale, il quadruplo delle precedenti elezioni per il sindaco e quasi il doppio delle elezioni parlamentari di metà mandato del 2022. Negli ultimi giorni alle urne si sono recenti molti giovani: dei 151.000 newyorchesi accorsi alle urne domenica, 45.000 avevano meno di 35 anni.
La campagna è stata dura, comprese reciproche accuse di razzismo. Mamdani, nato in Uganda e con origini indiane, ha accusato i rivali di toni anti-musulmani. Cuomo ha suscitato una bufera suggerendo che il rivale avrebbe potuto celebrare un attentato quale l’11 settembre e che ha sostenuto che, da critico di Israele e sostenitore dei diritti dei palestinesi, non proteggerà gli ebrei dall’antisemitismo.
Fonte: Il Sole 24 Ore