
Altri 55 milioni per potenziare la rete di centri per le famiglie
Un nuovo bando da 55 milioni finanzia il potenziamento della rete di Centri per la famiglia che già può contare su circa 650 presidi attivi sul territorio nazionale. In attuazione del Piano nazionale per la famiglia e del nuovo Piano infanzia e adolescenza recentemente approvati dal ministero per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità del Governo Meloni, lo scorso 8 agosto è stato reso pubblico un avviso di gara rivolto alle Regioni che intendono rafforzare il network di strutture oggi presenti a macchia di leopardo, attivandone anche di nuove. Le adesioni andranno presentate entro il prossimo 8 ottobre.
In base all’ultima mappatura – che risale a novembre 2023 – alcune Regioni risultavano praticamente prive di centri (Molise 0, Sicilia e Friuli Venezia Giulia 1, contro i 148 censiti in Lombardia), ma il Governo ha già avviato una nuova ricognizione: alcune amministrazioni potrebbero averne attivati di nuovi proprio negli ultimi anni. Il nuovo bando (55 milioni) si aggiunge all’approvazione di due riparti alle Regioni delle risorse del Fondo nazionale per la Famiglia per gli anni 2024 (28 milioni circa) e 2025 (32 milioni), per un totale di 60 milioni di euro già destinati a questo scopo. Nel disegno del Governo, i Centri per la famiglia «dovranno diventare dei veri e propri hub di orientamento e servizio, come una sorta di Caf, per aiutare le famiglie a orientarsi e fruire più agevolmente dei servizi e degli strumenti di sostegno a loro dedicati», spiega la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella.
Ai Centri oggi sono state attribuite per legge funzioni concrete. L’articolo 33, della legge n. 204/2024 ha esplicitato il loro ruolo (destinando un riparto ad hoc dei fondi nazionali), differenziandoli espressamente per la prima volta dai consultori familiari, ai quali erano prima accostati. In alcune regioni, come il Veneto, sono nati proprio all’interno dei consultori per volere dell’amministrazione regionale. Ma solo oggi ricevono risorse mirate per riuscire a garantire funzioni e servizi differenti, non di profilo sanitario.
In prima istanza l’articolo 14, del Dl 123/2023 (Dl Caivano) ha previsto che debbano offrire consulenza e servizi in merito alla alfabetizzazione mediatica e digitale dei minori. Successivamente i riparti del Fondo per le politiche della famiglia hanno individuato tra le attività finanziabili anche la prevenzione e sugli effetti dell’assunzione di sostanze psicotrope e iniziative finalizzate alla valorizzazione pratica dell’invecchiamento attivo. Infine il bando di oggi mette in campo un finanziamento statale per attivare presso queste strutture nuovi servizi di accompagnamento come l’assistente materna e il supporto nei primi mille giorni di vita del bambino, oltre ad altre attività informative su affidi e adozioni.
L’avviso pubblicato quest’estate dal dipartimento per la Famiglia si inserisce, dunque, all’interno di un progetto sperimentale di potenziamento della rete dei Centri per la famiglia. «Per decenni la famiglia italiana è andata avanti da sola – aggiunge la ministra Roccella – ma l’emergenza demografica di oggi rende necessario fornire un supporto. Bisogna stare al fianco delle famiglie, considerandole come soggetti attivi, non solo come soggetti vulnerabili destinatari di assistenza».
Fonte: Il Sole 24 Ore