
Alzheimer, arriva Teo: il robot che aiuta memoria e caregiver
Un alleato tecnologico per contrastare Alzheimer e declino cognitivo. Si chiama Teo ed è un robot assistenziale progettato per monitorare, stimolare e supportare gli anziani fragili nelle Rsa e a domicilio. Il progetto che lo vede protagonista, Daisi&Ron, integra robotica, intelligenza artificiale e realtà virtuale con l’obiettivo di favorire l’invecchiamento attivo e alleggerire il carico di caregiver e operatori sanitari.
L’iniziativa è sviluppata nell’ambito di Anthem – AdvaNced Technology for Human centered medicine, finanziata dal Mur attraverso il Piano nazionale complementare (Pnc) e un bando dell’Università di Milano-Bicocca. A coordinare i lavori è il dipartimento di Neuroscienze “Rita Levi Montalcini” dell’Università di Torino, guidato da Alessandro Vercelli, in collaborazione con il Gruppo Teoresi e la Intravides Srl, spin-off di UniTo.
Un robot per stimolare memoria e attenzione
Teo non si limita a muoversi in autonomia e interagire vocalmente: grazie all’integrazione con piattaforme di realtà virtuale sviluppate da Intravides, può proporre agli anziani giochi ed esercizi cognitivi immersivi, come escape room digitali, utili ad allenare memoria, attenzione e orientamento. I dati raccolti vengono poi elaborati e restituiti in forma comprensibile, creando un percorso personalizzato di stimolazione cognitiva.
Test in laboratorio e in ambienti reali
Dopo la programmazione curata da Teoresi, il robot è attualmente in fase di sperimentazione presso la sede torinese del gruppo, trasformata in un vero e proprio laboratorio tecnologico. Qui Teo viene testato in scenari realistici: accoglienza, accompagnamento lungo percorsi predefiniti, interazione vocale e navigazione autonoma. I prossimi passi prevedono la validazione in living labs con soggetti anziani presso l’Università di Torino e il Nico – Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi.
Un aiuto ai caregiver, non un sostituto
«Non possiamo pensare che i robot sostituiscano i caregiver, ma di sicuro potranno supportare il personale, raccogliendo dati utili per l’assistenza e la cura», spiega Alessandro Vercelli, direttore del dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino. «In una società che invecchia rapidamente e in cui cresce la domanda di servizi, queste tecnologie rappresentano una risorsa preziosa per monitorare in modo continuativo le condizioni degli anziani, personalizzare gli interventi terapeutici e proporre attività cognitive mirate. Non si tratta di fantascienza: i robot possono diventare strumenti concreti per rendere le Rsa e le abitazioni luoghi più sicuri, stimolanti e meno gravosi per i familiari e gli operatori». L’obiettivo è ridurre il rischio di isolamento degli anziani, migliorare la qualità della vita e fornire strumenti di prevenzione e monitoraggio precoce di patologie come Alzheimer e demenze senili.
Fonte: Il Sole 24 Ore