Amazon batte le stime e vola in Borsa. Apple, ricavi a quota 102 miliardi

Amazon batte le stime e vola in Borsa. Apple, ricavi a quota 102 miliardi

Apple, reduce dal traguardo dei 4.000 dollari di market cap, e Amazon hanno reso noti conti che hanno battuto le attese tra luglio e settembre: Amazon, forte di aumenti in doppia cifra di fatturato e profitti, ha visto i titoli impennarsi del 10% nel dopo mercato. Apple ha pronosticato anche una robusta stagione di fine anno e il titolo ha preso il 4 per cento. I due colossi hanno completato i bilanci dei leader tecnologici americani, ad accezione di Nvidia in uscita a novembre.

Il colosso dell’ecommerce

Amazon per il terzo trimestre ha riportato un giro d’affari lievitato del 13% a 180,2 miliardi contro attese di 177,8 miliardi, trainato dalla crescita dei servizi cloud. I profitti sono aumentati del 39% a 21,2 miliardi, pari a utili per azione di 1,95 dollari che hanno a loro volta superato di slancio pronostici di 1,58 dollari. Dalla divisione di servizi cloud AWS, in particolare, sono arrivati in dote 33 miliardi di vendite, in rialzo del 20%, il passo più veloce dal 2022 e oltre i 32,42 attesi. La raccolta pubblicitaria è stata di 17,7 miliardi rispetto a stime di 17,34. Il Ceo Andy Jassy ha citato l’intelligenza artificiale come «motore di miglioramenti in ogni angolo del business». L’azienda ha anticipato entrate tra i 206 e i 213 miliardi nel quarto trimestre.

Il colosso degli smartphone

Apple, nel suo quarto trimestre fiscale, ha registrato un fatturato cresciuto dell’8% a 102,47 miliardi, profitti quasi raddoppiati a 27,46 miliardi e pari a utili per azione di 1,85 dollari. Gli analisti avevano previsto 102,24 miliardi di entrate e utili pari a 1,77 dollari. L’iPhone ha rastrellato 49,03 miliardi (+6%), sotto i 50,19 attesi. Il Ceo Tim Cook ha però scommesso su una crescita delle entrate del gruppo «tra il 10% e il 12%» nel periodo ottobre-dicembre, guidata dal nuovo iPhone 17.

Andamento divergente

Conti trimestrali e titoli di tutte le Big Tech sono rimasti sotto osservazione, tra crescita dell’artificial intelligence e ottimismo e paure di bolle speculative. Un nervosismo parso chiaro dall’andamento divergente tra i protagonisti, sulla base delle valutazioni degli investitori sulle performance legate alle scommesse su Ia. Meta ha ceduto oltre l’11%, per spese in forte aumento e un maxi-onere fiscale straordinario da 16 miliardi che ha pesato sui profitti. Non essendo un fornitore di servizi cloud come altri grandi rivali, da Amazon ad Alphabet e Microsoft, la sua performance appare più a rischio. Microsoft ha a sua volta perso terreno, ma un più contenuto 3%, su investimenti record e oltre le attese. Alphabet ha invece guadagnato oltre il 3%, grazie ad una crescita considerata convincente del fatturato. A fine giornata il leader streaming Netflix ha annunciato uno split azionario di dieci a uno.

Fonte: Il Sole 24 Ore