America’s cup, firmato accordo di collaborazione con Confindustria nautica

America’s cup, firmato accordo di collaborazione con Confindustria nautica

Via libera all’accordo di collaborazione pluriennale tra Confindustria nautica e la 38° edizione dell’America’s cup, per il supporto dell’industria nautica italiana all’organizzazione dell’evento di Napoli 2027. Il protocollo d’intesa è stato sottoscritto nel corso del Salone di Genova e siglato da Grant Dalton, ceo di America’s cup event e di Emirates team New Zealand (che detiene la coppa) e da Piero Formenti, presidente dell’associazione dei costruttori di barche e yacht.

Per la prima volta, in 164 anni, la competizione velica si tiene in Italia. «Sono due – ha spiegato Dalton – i motivi per i quali abbiamo scelto Napoli. Il primo sono le condizioni di vela, perfette soprattutto in primavera ed estate. Il secondo è la passione che abbiamo trovato a Napoli, e che abbiamo sperimentato già in altre regate»

Formenti: «Così abbiamo la rappresentanza totale dell’industria nautica tricolore»

«Questo accordo – ha spiegato lo stesso Formenti – ci permette di dare supporto per tutto ciò di cui America’s cup event avrà bisogno, e di dare anche protezione all’organizzazione da eventuali strane intromissioni. È nato, ad esempio, uno strano consorzio, che vanta mille aziende iscritte e non ne ha neanche una; ha solo un sito, e cerca di portar via soldi alle imprese, facendole iscrivere, millantando chissà quali contatti con New Zealand o con la coppa America. Avendo noi la rappresentanza completa, totale dell’industria nautica italiana, in tutta la sua filiera, possiamo garantire ad America’s cup event che abbiano relazioni con chi effettivamente esiste».

Per Formenti, la garanzia di Confindustria nautica varrà anche per le imprese italiane che vorranno lavorare con gli organizzatori, «per essere protette dal fatto di essere contattate da millantatori. Per quanto riguarda il rischio d’infiltrazione della criminalità organizzata nella Luis Vuitton Cup, questo rischio c’è sempre, in qualsiasi parte del mondo e d’Italia, ma credo che, per questo, siamo ben protetti. Abbiamo uno Stato e degli apparati di polizia che non avranno problemi a controllare tutto questo»

Fonte: Il Sole 24 Ore