
Amministratori locali sempre più minacciati, maglia nera alla Sicilia
Le quattro regioni in cui sono nate le cosiddette mafie storiche – Sicilia, Calabria, Campania e Puglia – hanno fatto registrare 3.286 casi dal 2010 al 2024, il 57,5% del totale nazionale. La prima regione del Centro – Nord è la Lombardia (337 casi), seguita da Lazio, Toscana e Veneto.
Nelle province di Napoli, Cosenza, Reggio Calabria e Palermo – uniche a superare i 200 casi – sono stati censiti 1.168 atti intimidatori, oltre il 20% del totale. Le prime 10 posizioni vedono ancora una volta una forte presenza di territori rappresentanti delle quattro regioni in cui sono nate le mafie storiche, a eccezione di Roma (6° posto con 180 casi censiti in 15 anni) e Nuoro (10° posto con 139 casi censiti). Degno di nota il 12° posto di Milano (126 casi) e il 14° di Torino (116). Colpito oltre il 20% dei Comuni.
I 5.716 atti intimidatori che si sono verificati sul territorio nazionale dal 2010 al 2024 sono stati registrati in 1.683 comuni italiani, il 21.3% del totale; 978 Comuni (il 58% del totale) sono stati interessati da almeno un atto intimidatorio e 705 Comuni (il 42%) sono stati colpiti da atti intimidatori per due o più anni; 19 i comuni nei quali sono avvenuti atti intimidatori per almeno dieci anni: Acerra, Bari, Bologna, Brindisi, Catania, Catanzaro, Corigliano Rossano, Foggia, Gela, Genova, Milano, Modena, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Siderno, Torino e Vittoria.
Cosenza risulta la provincia con il maggior numero di Comuni interessata al fenomeno (61), seguita Napoli e Reggio Calabria (60 a testa). La Campania è la regione con il maggior numero di Comuni coinvolti (216), seguita da Sicilia (213) e Calabria (204). Ma, in termini di percentuale tra numero dei Comuni e totale dei Comuni presenti nella regione, è la Puglia a far registrare il dato più alto (62%), seguita da Sicilia (54%) e Calabria (50%).
Quanto alla percentuale tra numero dei Comuni colpiti e totale dei Comuni presenti nella provincia – prendendo in considerazione i territori con almeno 20 Comuni – spiccano i dati di sette province con almeno il 60% degli enti interessati dalle intimidazioni in 15 anni di monitoraggio: Napoli, Reggio Calabria, Nuoro, Vibo Valentia, Agrigento, Bari e Taranto.
Fonte: Il Sole 24 Ore