
Amministrazione giudiziaria per Loro Piana. L’accusa: «Agevolato lo sfruttamento del lavoro»
Disposta l’amministrazione giudiziaria per Loro Piana spa, azienda italiana di eccellenza nel settore del lusso tessile e dell’abbigliamento di alta gamma, controllata dal gruppo francese Lvmh (Louis Vuitton Moët Hennessy). Le indagini svolte dai pm di Milano hanno «consentito di appurare come la Loro Piana spa abbia affidato la produzione dei capi di abbigliamento (tra cui le giacche) in via diretta alla Evergreen Fashion Group srl e che la realizzazione di tali beni sia stata effettuata in contesti lavorativi operanti in regime di sfruttamento dei lavoratori».
L’indagine, dei carabinieri del comando per la Tutela del lavoro, rientra nel più ampio filone investigativo che sta seguendo il procuratore capo di Milano Marcello Viola e il sostituto Paolo Storari. Medesimi provvedimenti sono stati già disposti verso Armani Operation, Manufactures Dior, Alviero Martini e Valentino Bags. Ciò che emerge è un meccanismo di sfruttamento del lavoro lungo la filiera del lusso, che più si allontana dalla casa madre – attraverso l’esternalizzazione delle produzioni – più diventa territorio di nessuno, senza controlli, senza diritti. Solo violenze. Come quelle subite da H.X, sarto di origine cinese alle dipendenze della Clover Moda srl, società che produceva per Loro Piana attraverso la Evergreen Fashion Group. Ha dichiarato di essere stato violentemente picchiato con pugni in faccia e percosso con tubi di plastica e alluminio solo per aver chiesto al gestore dell’impresa, Hu Xizhai, il pagamento degli stipendi arretrati. Una aggressione che sarebbe durata diverse ore.
Secondo il Tribunale di Milano, «il meccanismo è stato colposamente alimentato dalla Loro Piana spa». Inoltre, i magistrati aggiungo che «non ha verificato la reale capacità imprenditoriale delle società appaltatrici e sub-appaltatrici, alle quali affidare la produzione e non ha nel corso degli anni eseguito efficaci ispezioni o audit per appurare in concreto l’operatività della catena produttiva e le effettive condizioni lavorative e gli ambienti di lavoro».
Fonte: Il Sole 24 Ore