Analisi di rischio e sempre più prevenzione: le mosse per bloccare in anticipo chi evade

Analisi di rischio e sempre più prevenzione: le mosse per bloccare in anticipo chi evade

«Prevenire è meglio che curare» recitava il vecchio slogan. Anche perché “curare” in questo caso significherebbe effettuare un numero di controlli su una platea che è ampiamente più ampia rispetto al numero dei potenziali controlli da schierare in campo. E allora ecco che arriva in soccorso la logica del gioco d’anticipo su cui il Fisco sta cercando di dare una svolta nel contrasto all’evasione, andando anche oltre la logica del controllo successivo. Su cui la Corte dei conti è intervenuta nella relazione sul rendiconto generale dello Stato (si veda «Il Sole 24 Ore» del 27 giugno). Relazione da cui emerge come puntando il faro sui soggetti Isa (ossia le partite Iva sottoposte alle pagelle fiscali) nelle costruzioni i controlli riguardano il 5,1% della platea (poco più di 5.700) con una percentuale più alta della media generale che si ferma al 3,8 per cento.

Ma bisogna andare oltre e considerare anche il lavoro di prevenzione. Anche nell’ambito dei lavori edilizi. Un cambio di passo che l’amministrazione finanziaria ha imboccato con la strategia della compliance e degli alert che consentono, quasi in tempo reale, di evidenziare anomalie grazie al supporto delle informazioni disponibili nelle banche dati. Sui lavori edilizi un grande aiuto arriva dall’analisi di rischio. Un lavoro che vede coinvolte agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza in una task force impegnata, attraverso gli incroci di dati, a individuare le anomalie e a tradurle in una immediata operatività.

Una strategia che negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con il fenomeno dei falsi crediti d’imposta. La Guardia di Finanza, su input della magistratura, ha sottoposto a sequestro bonus edilizi ed energetici per oltre 600 milioni di euro da gennaio 2024 a maggio 2025. Il trend del 2024 rispetto al 2023 è in diminuzione, come evidenziato anche dalla Corte dei conti, ma le ragioni vanno ricercate nell’evoluzione normativa che ha caratterizzato il settore e dall’altro nella pressione investigativa messa in campo dalla Guardia di Finanza su delega dell’autorità giudiziaria. Nel complesso da novembre 2021 il contatore indica in oltre 9,1 miliardi di euro i crediti inesistenti sottoposti a sequestro preventivo. A questo si aggiunge anche il sistema di segnalazioni alle Entrate per bloccare le compensazioni di crediti a rischio che da agosto 2023 ha consentito di evitare l’utilizzo in F24 di importi per 3,1 miliardi di euro. Complessivamente il sistema di blocco gestito dall’agenzia delle Entrate ha consentito di rifiutare e quindi estromettere dal mercato 5,5 miliardi di euro dall’inizio 2023 a oggi.

Ma l’attenzione di Fiamme gialle e agenzia delle Entrate è a più ampio raggio perché attraverso verifiche e controlli nei confronti degli operatori dell’edilizia vengono portati alla luce oltre all’evasione anche frodi e altri fenomeni di sommerso.

Fonte: Il Sole 24 Ore