
Anthony Albanese, l’italo-australiano che ha riconfermato la sinistra al governo
Le origini
Sua madre, Maryanne Ellery, gli ha raccontato per anni che il padre era morto in un incidente. In realtà, Carlo Albanese, uno steward pugliese di Barletta, l’aveva conosciuta nel 1962 su una nave diretta a Southampton, ma aveva poi fatto ritorno in Italia dove era già promesso sposo di un’altra donna. Anthony scoprì la verità solo a 14 anni, ma decise di non cercare il padre finché Maryanne era in vita. Dopo la sua morte, nel 2009, avviò una lunga ricerca che lo portò a Barletta, dove abbracciò per la prima volta Carlo e conobbe i suoi due fratellastri. «Mi abbracciò, fu un gesto incredibilmente generoso», ha raccontato.
Radici umili e impegno precoce
Albanese è cresciuto con la madre e i nonni materni in condizioni economiche difficili. Maryanne lavorava saltuariamente come donna delle pulizie e la famiglia sopravviveva grazie alla pensione d’invalidità e a quella di vecchiaia dei nonni. Frequentò scuole cattoliche, tra cui la St Mary’s Cathedral College e successivamente studiò economia all’Università di Sydney. Si avvicinò giovanissimo alla politica, entrando nei Giovani Laburisti a 15 anni e schierandosi con la sinistra del partito.
Dopo la laurea, lavorò come assistente del ministro Tom Uren, figura fondamentale per la sua formazione. Nel 1989 fu eletto segretario generale aggiunto del partito nel Nuovo Galles del Sud, carica che mantenne fino al 1995.
L’ingresso in parlamento e la carriera politica
Nel 1996 fu eletto deputato per la circoscrizione di Grayndler, nel cuore di Sydney. Nel suo primo discorso alla Camera parlò a favore del multiculturalismo, dei diritti degli indigeni, delle infrastrutture pubbliche e delle coppie omosessuali, tema per cui si batté per anni. Fu tra i primi a proporre il riconoscimento legale delle coppie dello stesso sesso per i diritti pensionistici.
Dal 2001 entrò nello shadow cabinet ((in italiano “gabinetto ombra”, un gruppo di deputati dell’opposizione ufficiale che ha il compito di “ombreggiare” ogni ministro del governo in carica) e ricoprì ruoli di crescente responsabilità, fino a diventare, con la vittoria di Kevin Rudd nel 2007, ministro delle Infrastrutture, dei Trasporti e dello Sviluppo Regionale. Sotto il governo Gillard, ebbe un ruolo chiave nella gestione del parlamento durante l’esperienza di governo di minoranza.
Fonte: Il Sole 24 Ore