
Apple cambia l’App Store per cercare un accordo con l’UE
La guerra di nervi fra Apple e Commissione Europea prosegue. E nelle ultime ore, il gigante di Cupertino ja deciso di muovere un altro passo verso le richieste di Bruxelles, cambiando – per gli utenti europei – l’App Store. Il produttore californiano, infatti, ha annunciato un piano per riformare il proprio negozio di app nel tentativo di rispondere alle pressioni dell’Unione Europea dopo la multa da 500 milioni di euro inflitta lo scorso aprile per presunte violazioni del Digital Markets Act (DMA).
La proposta, comunicata al termine di settimane di negoziati serrati con Bruxelles, mira ad alleggerire l’onere economico e operativo per gli sviluppatori terzi che vogliono indirizzare gli utenti verso sistemi di pagamento esterni all’ecosistema Apple. Un’apertura significativa, anche se Cupertino non rinuncia alla linea dura: «Non condividiamo l’esito di questa procedura e faremo ricorso», ha dichiarato l’azienda, che comunque ha tempo fino al 7 luglio per presentare appello alla Corte di giustizia dell’UE a Lussemburgo.
Per quanto concerne le modifiche annunciate, in sostanza daranno agli sviluppatori europei maggiore libertà nella promozione di opzioni di pagamento alternative. Ergo: non più l’obbligo di pagare i contenuti in-app tramite App Store (con le conseguenti commissioni in favore di Apple), ma anche la possibilità di farlo tramite link a siti web, o store alternativi. Inoltre, Apple non imporrà più vincoli sul linguaggio da utilizzare in tali promozioni, una delle richieste chiave dei regolatori europei.
A cambiare sarà anche la struttura delle commissioni. Secondo Apple, con i nuovi termini i costi per gli sviluppatori saranno più bassi rispetto al passato. La somma della “acquisition fee” e della “store service fee” non potrà superare il 15%, con la maggior parte degli sviluppatori che – secondo l’azienda – pagherà una commissione effettiva intorno al 10%. Una netta riduzione rispetto al 30% massimo precedentemente previsto per le transazioni standard sull’App Store. Quel 30% che scatenò, qualche anno fa, la furia del produttore di videogiochi EpicGames, dalle cui rimostranze nacque una vertenza legale che sembra aver effetti anche sulle decisioni UE.
Fonte: Il Sole 24 Ore