ARCO Lisboa: la fiera latina apre all’arte africana

Dal 25 al 28 maggio si è tenuta a Lisbona, nell’affascinante cornice della Cordoaria Nacional, spazio industriale convertito in espositivo, la sesta edizione della fiera organizzata da IFEMA Madrid, l’organizzatore della fiera spagnola che si tiene a febbraio, insieme alle istituzioni municipali della città di Lisbona. La natura degli enti organizzatori e del luogo hanno reso questa fiera diversa dalla sua ’sorella maggiore’ madrilena, proponendo agli ospiti locali ed internazionali un programma che ha combinato l’evento commerciale con l’accesso a numerosi iniziative culturali pubbliche e private.
Il successo della fiera presso i galleristi, divenuti 86 da 23 paesi, il numero più alto dagli inizi e ben un terzo oltre l’anno scorso, è dovuto anche al successo economico del paese che, grazie ad una combinazione di elevata qualità della vita e tassazione favorevole, accoglie nuovi cittadini sia europei che dalle comunità lusofone in America Latina e Africa. Alla fine i visitatori hanno passato i numeri precedenti la pandemia attestandosi a 13.000 presenze.
Il supporto pubblico e l’inflazione locale comparativamente contenuta hanno consentito alla fiera di contenere il prezzo richiesto per gli spazi espostivi a 275 euro a metro quadro, con sconti anche della metà per la sezione delle gallerie emergenti. Non è comunque mancata la presenza di gallerie internazionali principalmente basate nella penisola iberica, che gode di un numero piuttosto interessante di attività pluridecennali fondate e guidate da galleriste.
Dal punto di vista dei prezzi, a parte tre-quattro operatori focalizzati su nomi storici come Mirò e Chillida, i cui lavori solitamente passano di mano nelle centinaia di migliaia di euro ed oltre, la gran parte delle proposte si è situata sotto la soglia dei 50mila €, con una forte prevalenza di lavori entro 10mila €, rendendo la fiera accessibile alle tasche di molti, inclusi i fondi di acquisizione pubblici e di fondazioni locali. La fiera ha offerto, inoltre, uno spazio curato per ben 23 gallerie ’giovani’, alla loro prima partecipazione alla fiera, ciascuna con due artisti in dialogo; i prezzi delle opere in questa Opening Section erano ovviamente più contenuti.

Gli acquisti istituzionali

Poter contare su una base importante di istituzioni pubbliche e private che comprano in fiera rassicura i galleristi partecipanti e gli altri compratori, e rimane un fattore importante per ARCO Lisboa. Il fondo per acquisizioni pubbliche della Camara Municipal de Lisboa ha acquisito ben 22 lavori di 10 artisti differenti, come anche la Fondacao EDP con 15 lavori per la propria collezione; un nome ricorrente ad entrambe, il pittore africano René Tavares della galleria This is not a White Cube. La Fundacion ARCO, la cui collezione è visibile a Madrid, ha focalizzato gli acquisti su due artiste sudamericani, la brasiliana Yuli Yamagata e la messicana Alejandra Venegas, rafforzando il tradizionale legame con il continente, sebbene la presenza di arte latino-americana sia stata in secondo piano rispetto a quella africana in particolare.

Solo projects: presenza italiana

Per quanto limitata, la presenza Italiana in fiera si è concentrata in due delle 11 gallerie della sezione Solo, basata su stand dedicati ad un solo artista. La romana Monitor, che ha aperto un nuovo spazio proprio a Lisbona, ha presentato i lavori ad olio di Eugenia Mussa, lavori intimi di momenti di vita quotidiana comperati anche dalla Fundacao EDP a prezzi fra 1.500 e 5.000 €. Si dice che comperare arte vuol dire anche comperare una storia: questo detto spiega bene il successo dell’artista scelto da Baro’ , galleria delle Isole Baleari che rappresenta Sidival Fila, frate francescano sessantenne originario del Paranà ma da decenni abitante a Roma sul Palatino. Le sue tele di tessuti anche storici recuperati hanno già estimatori anche istituzionali, apprezzamento che si riflette nei prezzi attestati a 6mila € per i lavori di dimensione minore, 28mila per quelli più grandi in fiera fino a 60mila per una tela intricata bianca particolarmente imponente. Il ricavo dell’artista sostiene la comunità con cui opera, in ottemperanza al voto di povertà del frate: soldi ben spesi.

Focus on African Art

Il ’piatto forte’ della fiera è però legato ad un altro continente, l’Africa, in virtù anche dei rapporti culturali e di scambio che ancora collegano alcune parti del mondo all’ex potenza coloniale, come il Mozambico. La forte crescita dell’arte africana contemporanea ha spinto la fiera a supportare la partecipazione di otto gallerie non separate dal contesto delle altre ma integrate nella sezione principale della fiera. Questo focus è complementare rispetto alla tradizionale attenzione per l’America Latina di ARCO Madrid, e si pone l’obiettivo di un dialogo fra i continenti più che la segmentazione in mercati geografici, almeno nelle intenzioni dei curatori che hanno lavorato al progetto. La Pervel Galeria, decana del settore, ha interpretato in chiave storica e di recupero di artisti non necessariamente contemporanei il rapporto privilegiato con il Mozambico, presentando una coppia di artiste con pratiche e storie diverse: la pittrice Teresa Rosa d’Oliveira, scomparsa prima di vedere pienamente riconosciuta la sua arte, la cui tele riflettono la difficile affermazione della sua identità lesbica (con prezzi attorno a 20mila €), e la scultrice contemporanea Reinata Sadimba le cui figure in terracotta che richiamano la tradizione sono state vendute a 3-6mila €. Anche Afronova di Johannesburg ha portato due artiste figurative di età diversa, accomunate da una ricerca sul tema della condizione femminile e dello schiavismo: la 26enne Dimakatso Mathopa i cui lavori sono prezzati attorno a 1-5mila €, e la settantenne Owanto con due lavori di forte impatto e grande dimensione a 20-40mila €. Era presente anche una seconda galleria sudafricana, ArtCo di Cape Town, mentre gli aspetti più politici dell’arte africana sono il focus della galleria .insofar.
La preminenza della pittura in ambito africano contemporaneo è evidente da African Arty di Casablanca, che ha presentato tre diverse opere di pittura con prezzi variabili fra 3-5mila €, oltre ad opere di fotografia nel range 2.500-7mila €. Non poteva mancare la galleria parigina 193, con diversi artisti figurativi fra cui spiccava la oramai nota artista keniota Thandiwe Muriu, i cui ritratti femminili vestiti di tessuti sgargianti si vendono a 7-10 mila € per i formati più piccoli (in edizione di 10), per 13-17mila € quelli più grandi (in edizione di 3).

Le Gallerie affermate

La sezione principale della fiera ha visto la partecipazione di alcune delle principali gallerie della penisola iberica, fra cui spiccavano quattro decane che hanno dato il nome ad altrettante gallerie di successo; data la longevità, i loro stand tendono a proporre artisti contemporanei già affermati, offrendo al pubblico locale accesso al mercato internazionale, spesso nelle centinaia di migliaia di euro. Cristina Guerra ha presentato le sculture deformate di Erwin Wurm con lo sfondo di una caratteristica composizione di lettere del defunto Lawrence Weiner, mentre la gallerista e collezionista Helga de Alvear, cui si deve anche una splendida fondazione aperta al pubblico a Caceres, a metà strada fra Lisbona e Madrid, ha esposto ad angoli opposti dello stand due lavori monocromatici di Angela de la Cruz e una lussuosa immagine dalla complessità barocca di Candida Hofer. Filomena Soares ha giocato in casa e messo al centro una scultura in metallo nero di Rui Chafes, pezzo unico a 80mila €, sfruttando così la concomitante mostra alla Collezione Gulbenkian che lo vede in dialogo con opere di Giacometti.
Nomi noti anche da Elvira Gonzales con arte storicizzata come le geometrie ottiche di Jesus Rafael Soto e le strutture minimaliste di Carl Andre, o i dipinti di Miquel Barceló, giustapposti a grandi nomi del contemporaneo come Olafur Eliasson e le sculture geometriche di Larry Bell. CarrerasMugica di Bilbao ha proposto opere su carta e piccole sculture di Chillida fra 150-200mila €, oltre a lavori su carta di Richard Serra e diverse tele modificate monocrome sempre di Angela De la Cruz. Fra le poche gallerie con una forte proposta di arte storicizzata, spiccavano Mayoral con lavori su carta di Mirò e sculture di Chillida, e Leandro Navarro con una selezione di pittura informale, cubismo e spazialismo prezzata nelle centinaia di migliaia di euro, con lavori del solito Mirò, nonché Gris, Tapies e un «Concetto Spaziale» con buco su fondo verde acceso del ’nostro’ Lucio Fontana, alla richiesta di 1,2 milioni di euro.
Tornando al contemporaneo, prosegue il buon momento per le artiste, rese sempre più visibili da gallerie come Juan Siliò di Santander che ha proposto Irene Grau e Belen Rodriguez con opere e collage che si rifanno a materiali poveri come il legno e la terra, e come Pelaires da Palma di Mallorca che ha attirato molte attenzioni grazie a Ines Zenha, con opere di pittura ma soprattutto ceramiche organiche in vendita a 2.500 €, oltre ad una installazione di elementi sempre di ceramica ma a forma di seni proposta a 20mila €. Francisco Fino ha installato una caratteristica sequenza di foto modificate con interventi di pittura di Helena Almeida, parte anche della retrospettiva della collezione di arte contemporanea in corso al Museo Gulbenkian. ARCO torna a Madrid a inizio marzo 2024, mentre si dovrà attendere fino a fine maggio 2024 per il ritorno a Lisbona.

Fonte: Il Sole 24 Ore