Aree idonee, Pichetto fissa nel Dl Energia set minimo e paletti
Un set minimo di aree idonee – da cave e miniere cessate alle discariche chiuse, passando per i beni del Demanio non sottoposti a programmi di valorizzazione o per gli invasi idrici in condizioni di degrado ambientale, solo per citarne alcuni – per superare intanto l’impasse determinata dai contenziosi amministrativi dopo i ricorsi degli operatori delle rinnovabili e in attesa che le Regioni legiferino rapidamente. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, prova a chiudere il cerchio attorno alla partita delle aree idonee e sceglie il decreto Energia per fissare alcuni paletti ai quali i governatori dovranno attenersi nell’individuare ulteriori porzioni adatte ad accogliere gli impianti green.
Si tratta di alcuni articoli inseriti nel Dl che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare e che stabiliscono innanzitutto, come detto, un primo pacchetto di aree idonee, all’interno del quale figurano anche quelle già individuate dal decreto 199 del 2021 con cui è stata recepita la direttiva Ue Red II: oltre a cave e miniere dismesse, anche i siti e gli impianti di proprietà di Ferrovie e dei gestori delle infrastrutture ferroviarie, nonché quelle delle concessionarie autostradali. E ancora, per gli impianti fotovoltaici anche le aree interne agli stabilimenti e agli impianti industriali sottoposti ad autorizzazione integrata ambientale, come pure le aree classificate agricole racchiuse in un perimetro in cui i punti distino non più di 350 metri dagli stessi. Ulteriori eccezioni sono poi fissate per gli impianti di biometano, che potranno essere realizzati anche nelle aree adiacenti alle autostrade entro 300 metri di distanza.
Set minimo per gli impianti offshore
Le Regioni avranno 120 giorni di tempo per individuare altre aree idonee oltre a quelle fissate nel decreto e, se non rispetteranno questa scadenza, scatterà l’esercizio dei poteri sostitutivi dello Stato. Nel definire ulteriori aree, i governatori non potranno comunque prevedere divieti generali e astratti all’installazione di impianti green. Obiettivo: evitare che a livello locale emergano troppi ostacoli. Ad ogni modo, si legge nel decreto, al fine di preservare la destinazione agricola dei suoli, «le aree agricole qualificabili come aree idonee a livello regionale non sono inferiori allo 0,8% delle superfici agricole utilizzate (Sau) né superiore al 3% delle stesse».
Accanto a questo, il decreto prevede poi anche un set minimo di aree idonee per gli impianti offshore che potranno essere costruiti, tra l’altro, su piattaforme petrolifere in disuso e su aree distanti 2 miglia nautiche da ciascuna piattaforma, e stabilisce inoltre un iter semplificato per le installazioni che sorgeranno nelle aree idonee. Spetterà, quindi, alla piattaforma digitale del Gse fornire supporto alle Regioni e alle province autonome nel processo di individuazione delle aree idonee e delle zone di accelerazione.
“Tagliola” sulle richieste di connessione
L’esponente di Forza Italia prova così a trovare una quadra attorno al dossier sfruttando il gancio del nuovo decreto energia. Che conterrà, come anticipato da questo giornale (si veda Il Sole 24 Ore del 24 luglio), anche la “tagliola” per fare decadere le richieste di connessione alla rete elettrica di nuovi impianti green non ancora autorizzati e che non abbiano ancora incassato il benestare di Terna, come pure un iter super celere per consentire il pieno decollo dei progetti di data center che potranno beneficiare di un procedimento unico la cui durata non potrà superare i dieci mesi. Nel provvedimento, ci saranno poi anche le misure per ridurre lo spread sul prezzo del gas e per rilanciare la gas release rimasta al palo. Il decreto è atteso in uno dei prossimi Cdm, mentre domani alla riunione convocata a Palazzo Chigi dovrebbe arrivare una ulteriore proroga per l’Arera in attesa che si trovi l’accordo sul nuovo collegio.
Fonte: Il Sole 24 Ore