Arredamento, a chi giovano i dazi statunitensi?

Arredamento, a chi giovano i dazi statunitensi?

Sulla reale efficacia dei dazi introdotti dall’amministrazione Trump per diminuire le importazioni e favorire invece le produzioni nazionali si è discusso molto.

È interessante, a riguardo, analizzare lo studio elaborato dal centro studi di FederlegnoArredo (su dati UNcomtrade) relativo all’import di mobili negli Usa negli ultimi 30 anni, che rivela – numeri alla mano – qualcosa che in molti hanno sostenuto nella teoria. Lo scenario che ne emerge suggerisce infatti che «la guerra commerciale americana non abbia ridotto la dipendenza dalle importazioni, ma abbia piuttosto modificato la geografia dei fornitori, ridistribuendo le quote tra paesi alternativi», spiegano dal centro studi Fla.

La rapida crescita della Cina

Agli inizi degli anni ’90, infatti, gli Stati Uniti importavano dal resto del mondo arredi per un valore di circa 6,7 miliardi di dollari. L’Italia, già allora uno dei principali fornitori di mobili di alta gamma degli Usa, deteneva una quota di mercato del 7,9%, superiore, sebbene di poco, a quella della Cina, pari allora al 7,2%.

Trent’anni dopo lo scenario è totalmente mutato: l’import di mobili da parte degli Stati Uniti è più che decuplicato, raggiungendo nel 2022 il picco di 80 miliardi di dollari in valore, con la Cina che, per 13 anni consecutivi, ha guadagnato quote di mercato fino a superare il 50%. Già prima della battuta d’arresto causata dalla pandemia, la Repubblica popolare comincia però a perdere terreno, a favore di altri produttori asiatici, in particolare il Vietnam che, nei primi mesi del 2025, è diventato il primo fornitore di mobili degli Stati Uniti, con vendite per un valore di oltre 8,1 miliardi di dollari e, soprattutto, un trend di crescita che nemmeno l’annuncio e poi l’imposizione dei dazi hanno frenato.

Fonte: Il Sole 24 Ore