
Arriva l’era del pc “agente”: il nuovo Windows 11 parla, vede e agisce
Ridefinire il rapporto fra uomo e macchina: non hanno usato queste specifiche parole i manager di Microsoft per presentare un aggiornamento di Windows 11 che mira a ridefinire il concetto stesso di personal computer, ma il senso è sostanzialmente quello. E cioè trasformare ogni dispositivo con a bordo l’ultima versione del sistema operativo in un AI PC, con l’assistente Copilot al centro di una nuova esperienza di interazione fatta di voce, visione e azioni autonome. L’aggiornamento in questione arriva (non a caso, due giorni dopo la cessazione del supporto a Windows 10 e aggiunge un ulteriore mattoncino all’ormai lungo lavoro di sperimentazione e rilascio avviato da Microsoft sul fronte dell’intelligenza artificiale generativa. È un passo avanti ambizioso quello di Microsoft, che segna l’evoluzione di Windows portando l’intelligenza artificiale non come funzione accessoria ma come parte integrante dell’interfaccia e del flusso di lavoro quotidiano.
Un passaggio trasformativo che fa storia
L’obiettivo dichiarato, insomma, è rendere più accessibile la potenza dell’AI a tutti gli utenti, integrandola nell’uso quotidiano degli strumenti che il software mette a disposizione. Con la fine del supporto a Windows 10, del resto, milioni e milioni di utenti stanno già migrando verso Windows 11 per evitare tante problematiche in termini di cybersecurity e rispetto della compliance normativa e questa transizione “forzata” ha per Microsoft tutte le fattezze di un’occasione strategica per consolidare un ecosistema di intelligenza distribuita in cui il personal computer diventa un vero e proprio partner operativo. L’idea, come ha spiegato in una nota Yusuf Mehdi, Executive Vice President e Consumer Chief Marketing Officer della società di Redmond chiarisce Mehdi, è che “ogni persona che passa a Windows 11 possa sperimentare cosa significa avere un computer che non è più solo uno strumento, ma un compagno di lavoro. Crediamo che il passaggio verso un’interazione conversazionale sarà trasformativo quanto lo sono stati mouse e tastiera nel liberare nuove potenzialità del pc”. Parole che rendono bene l’idea di dove vuole arrivare Microsoft e di come vuole “usare” il suo sistema operativo come veicolo di democratizzazione tecnologica, proiettandosi nel futuro prossimo del computing personale, in cui la convergenza tra linguaggio naturale, automazione avanzata e sicurezza segna l’era del PC agente.
Il computer diventa un assistente intelligente
Le nuove funzioni Copilot Voice e Copilot Vision, per esempio, rispondono alla criticità legata alla qualità dei risultati prodotti dalla Gen AI e ai diversi livelli di abilità dell’utente nel formulare i prompt: con il nuovo Windows basterà pronunciare “Hey Copilot”, infatti, per attivare l’assistente e impartire un comando in linguaggio naturale, senza più digitare lunghe richieste (un segnale sonoro e un’icona del microfono indicheranno che l’assistente è in ascolto mentre per chiudere la sessione si può dire “Goodbye” o attendere che Copilot termini automaticamente dopo alcuni secondi di inattività). La capacità di “vedere” ciò che appare sullo schermo riconoscendo le applicazioni in uso e i contenuti visualizzati, invece, faciliterà all’intelligenza artificiale il compito di fornire aiuti contestuali, di suggerire modifiche a un progetto creativo, di mostrare come eseguire un’operazione o ancora offrire una guida passo per passo per portare a termine un’azione. La voce e la comprensione visiva diventano in buona sostanza la nuova grammatica della relazione fra uomo e macchina e su questo piano Microsoft sottolinea con enfasi come i test interni abbiano chiaramente mostrato come attraverso la voce si possa dialogare con Copilot il doppio delle volte rispetto all’interagire con l’AI solo con il testo. Già oggi si può parlare con il pc dettare testi, prendere appunti e trascrivere contenuti o sfruttare funzioni di accessibilità come Voice Access o Voice Typing, ma d’ora in poi il computer sarà in grado di comprendere i comandi, a tutto beneficio di una maggiore naturalezza nell’esperienza d’uso del software e del device digitale.
Dalla taskbar ai connettori: Copilot entra nel flusso operativo
Il passo in avanti di Microsoft, di cui godranno inizialmente gli utenti Windows Insiders e progressivamente tutti gli altri, non si ferma però alla semplice interazione e lo dimostra una nuova funzione, “Ask Copilot”, integrata nella barra delle applicazioni: grazie ad essa, l’assistente diventa un elemento costante dell’ambiente Windows e basta un clic o una frase pronunciata per ottenere suggerimenti e avviare in automatico specifiche azioni senza interrompere il lavoro in corso. Questa logica di “presenza discreta” si estende anche alla ricerca, che è stata ridisegnata per essere più veloce e reattiva e mostrare risultati immediati e aggiornati mentre si digita, rendendo più rapido trovare app, file e impostazioni. Il tutto utilizzando le API di Windows ma senza concedere a Copilot l’accesso diretto ai contenuti personali dell’utente. La novità forse più interessante e ancora in fase sperimentale è rappresentata da Copilot Actions: l’’intelligenza artificiale è ora in grado di compiere vere e proprie “azioni” in autonomia, andando oltre la capacità (già integrata) di prenotare un ristorante e ordinare la spesa online e lavorando anche sui file locali residenti sul pc. L’utente, ad esempio, può quindi chiedere di ordinare le foto di una vacanza o estrarre informazioni da un documento Pdf mentre l’agente lavora in background: di fatto è il primo passo verso una forma di assistenza realmente agentica, dove il computer diventa un collaboratore attivo (un compagno di lavoro, come ha detto Mehdi) più che un semplice esecutore di comandi. Il set di nuove funzioni AI su Windows 11 si completa con i Copilot “connectors”, il cui compito è quello di collegare servizi come OneDrive, Outlook o Google Drive e facilitare all’assistente la ricerca di informazioni personali o documenti attraverso più piattaforme, riducendo questa attività pochissimi secondi.
Sicurezza e controllo in mano all’utente
Mettere in sicurezza gli agenti di intelligenza artificiale che diventano parte integrante del nuovo modo di lavorare e creare è la priorità dichiarata di Microsoft in sede di annuncio degli aggiornamenti per il proprio sistema operativo. “La protezione – ha ricordato in proposito Dana Huang, Corporate Vice President della divisione Windows Security – è al centro di tutto ciò che facciamo” e la dichiarazione suona come una (doverosa) presa di consapevolezza del fatto che la nuova generazione di agenti intelligenti, in grado di agire autonomamente, porta con sé rischi che spaziano dall’errore di valutazione alla manipolazione dei comandi tramite contenuti malevoli. L’AI agentica, ha scritto in un blog post la manager della società nordamericana, ha oggi capacità straordinarie, ma anche limiti funzionali e può talvolta generare errori o risposte inattese, portando ad azioni indesiderate come l’estrazione di dati o l’installazione di malware. L’antidoto a questi rischi è un insieme di diverse soluzioni: ogni agente opera con un account dedicato e distinto da quello dell’utente; i privilegi sono limitati e revocabili in ogni momento; le azioni sono trasparenti e monitorabili passo per passo; le Copilot Actions, di default, restano disattivate fino a esplicita attivazione nelle impostazioni. Gli agenti, inoltre, sono progettati per agire in un ambiente di lavoro separato, con autorizzazioni granulari e limiti di accesso ai file locali e solo previa autorizzazione dell’utente (che avrà sempre facoltà di mantenere il controllo e approvare eventuali decisioni sensibili) potranno agire al di fuori di cartelle come Documenti, Download o Immagini. Windows 11, vien da dire, evolve nel solco di quella “Secure Future Initiative” lanciata nel novembre di due anni fa da Satya Nadella per costruire un ecosistema di AI responsabile “by design”, ecosistema che ora vuole condurre per mano l’utente dei pc nell’era dell’intelligenza artificiale agentica.
Fonte: Il Sole 24 Ore