
Art Dubai 2025: tra Global South, arte digitale ed eccellenza italiana
Si chiude la 18ª edizione di Art Dubai (dal 18 al 20 aprile al Madinat Jumeirah) la fiera d’arte più consolidata nell’area del Golfo alla quale hanno partecipato nelle ormai note sezioni Contemporary, Bawwaba, Modern e Digital oltre 120 gallerie, di cui 30 per la prima volta. Ultimo appuntamento con il direttore artistico Pablo Del Val che negli anni ha indirizzato l’attenzione dei collezionisti sull’arte del Global South presentando gli artisti di gallerie provenienti da aree geografiche meno rappresentate. Dal prossimo anno la fiera avrà da due nuove direzioni: Dunja Gottweis, responsabile globale delle relazioni con le gallerie di Art Basel, ha assunto la carica di direttore della fiera, mentre Alexie Glass-Kantor, in precedenza direttrice esecutiva di Artspace a Sydney, sarà la nuova direttrice esecutiva della curatela. A sostenere Art Dubai nel corso degli anni la partnership decennale con la società svizzera di gestione patrimoniale Julius Baer e dal 2021 la società di investimenti A.R.M. Holding prima azienda mecenate della Dubai Collection, la collezione d’arte istituzionale dell’emirato di Dubai. A.R.M. Holding come ogni anno ha acquistato opere d’arte per un ammontare complessivo di 275 mila dollari, tra cui lavori dell’artista londinese del Bangladesh Rana Begum (presso la galleria Third Line di Dubai) e dell’artista francese Christine Safa (presso Bortolami).
Le vendite in fiera
La proposta artistica di questa edizione, oltre alla buona rappresentanza dell’arte locale, in particolare del genere femminile, ha raggiunto un maggior equilibrio, tra artisti emergenti e affermati, creando un dialogo dinamico e intergenerazionale. Sul versante prezzi l’offerta nelle diverse sezioni abbracciava tutte le fasce di prezzo dalle poche centinaia di euro a prezzi più elevati della sezione Contemporary dove erano presenti tra gli altri la galleria francese Perrotin che ha inaugurato, pochi giorni prima dell’apertura della fiera, il suo nuovo spazio nel cuore del Dubai International Finance Centre, vicino a Sotheby’s e a Christie’s. In fiera la galleria ha presentato opere di Monira Al Qadiri, attualmente alla biennale di Sharjah, emiro vicino a Dubai, oltre a pezzi di Takashi Murakami, Lee Bae, Shim Moon-Seup e altri, con prezzi compresi tra 4mila e 400mila euro.
In fiera non mancavano le gallerie italiane, ogni anno sempre più numerose, da Thomas Brambilla all’immancabile Galleria Continua, Cortesi Gallery, Franco Noero, P420, Plan X, Studio G7, e nella sezione Bawwaba, Pinksummer, Secci e Federica Schiavo. “Questa è stata la nostra terza partecipazione – afferma Giulia Biafore direttrice di Galleria Studio G7 di Bologna – e senza dubbio è stata la più positiva: grande energia, ottimi riscontri da parte di collezionisti locali e internazionali, e diversi lavori acquisiti nei primi giorni. La fiera ha fatto un ottimo lavoro incrementando la presenza di istituzioni locali e soprattutto internazionali con cui é iniziato un dialogo”. “Rispetto alle edizioni precedenti – prosegue la direttrice – abbiamo notato un pubblico più consapevole e curioso”. Per quanto riguarda la nuova direzione Biafora si aspetta una visione chiara e coraggiosa, capace di valorizzare ancora di più la componente curatoriale, mantenendo però il respiro internazionale che rende Art Dubai così unica”. La galleria presentava nello stand opere con un range di prezzo compreso tra 3mila e 25mila euro, soprattutto ha ricevuto grande attenzione per i giovani tra cui Jacopo Mazzonelli e Caterina Morigi e sold out per l’olandese Anneke Eussen, nuova proposta della galleria che ha prezzi compresi tra 3.500 e 15mila euro.
Successo per le new entry
La presenza di 30 new entry tra le gallerie è sicuramente un segnale positivo per la fiera considerato il momento non particolarmente brillante per il mercato dell’arte. La loro partecipazione, oltre al fatto che per le sezioni curate è su invito, è stata determinata dalla curiosità di testare uno dei mercati più interessanti e in crescita, soprattutto per iniziare collaborazioni con istituzioni, fondazioni e collezioni private dell’area. Tra le new entry due gallerie italiane, Federica Schiavo Gallery (Roma) e Pinksummer (Genova). “Tante richieste e buoni contatti – afferma Federica Schiavo – soprattutto curatori e istituzioni, forse anche per la natura del lavoro dell’artista Karthik Pandian con un nuovo corpo di opere in inchiostro di noce, pastello acquarello e metallo, che mette in relazione le geografie di Turtle Island e Palestina. Le opere riflettono il rapporto profondo e continuo di Pandian con gli attivisti indigeni del Midwest degli Stati Uniti, che si riferiscono al Nord America come a Turtle Island, e il suo impegno nelle lotte di liberazione collegate a quelle in Palestina (prezzi da 10 a 50 mila euro). È andata molto bene per La Galerie 38 (Casablanca / Marrakech), con il solo show dedicato all’artista Ghizlane Agzenaï le cui opere molto colorate avevano prezzi compresi tra 16mila e 33mila dollari, sono state molto apprezzata da collezionisti con sede a Dubai e in Libano.
Art Dubai Digital
L’appuntamento con la sezione Digital presente in fiera dal 2022 è “un’istantanea annuale del settore” ci spiega il curatore Gonzalo Herrero Delicado in quanto “ogni edizione di Art Dubai Digital ha rispecchiato, a volte consapevolmente, a volte meno, lo Zeitgeist o l’ossessione del momento: la prima edizione è stata lanciata durante il boom della NFT, mentre le edizioni successive si sono concentrate maggiormente sulle tecnologie con cui gli artisti lavorano e su come queste stiano diventando sempre più mainstream. Si tratta di tecnologie blockchain, robotica, VR o AI”.
Fonte: Il Sole 24 Ore