Arte e Collezionismo: i risultati con l’Iva al 5%
Si è conclusa «Arte e Collezionismo a Roma», organizzata dall’Associazione Antiquari d’Italia a Palazzo Barberini: è la prima mostra mercato di antiquariato – tenutasi dal 18 al 23 settembre – che si è svolta in Italia con l’aliquota Iva ridotta sulle cessioni e le importazioni di opere d’arte passata dal 22% al 5 per cento. Com’è andata? Questa seconda edizione si è chiusa con oltre 12 mila presenze e vendite per circa 5 milioni di euro. Il volume d’affari generato – ma diverse trattative proseguiranno anche al termine della manifestazione – è superiore all’edizione 2023, frutto, a parere degli organizzatori, anche del provvedimento del governo entrato in vigore dallo scorso 1° luglio che dovrebbe garantire maggiori introiti per le casse dello Stato.
Sono state 63 le gallerie italiane e internazionali, che hanno esposto opere di alto pregio storico e artistico, dove il valore del confronto, della ricerca e della conoscenza è stato al centro del percorso espositivo ricco di capolavori già noti o ancora inediti. Accanto a pittura e scultura, ampio spazio è stato dedicato alle arti decorative, a testimonianza della grande tradizione antiquariale italiana. La mostra ha attraversato tutta la storia dell’arte, dalle sculture dell’età classica all’arte barocca e rinascimentale, fino all’arte moderna e contemporanea.
Le vendite e la rara disclosure
Solo alcuni galleristi, però, hanno deciso di fare disclosure sulle vendite e sui prezzi: una porcellana Biscuit di Napoli della Galleria Campobasso è passata di mano a 15 mila euro, un dipinto di Cagnaccio di San Pietro è stato offerto dalla Galleria Berardi a circa 14 mila euro. La Galleria Alessandra Di Castro ha venduto una tarsia in marmi policromi per 45mila euro e un «Ritratto di bambino» di Medardo Rosso ha trovato una nuova casa, offerto dalla Galleria Botticelli a circa 200.000 euro. La Galleria Turchi ha venduto uno scudo sbalzato milanese del Cinquecento a 25 mila euro e un bastone di comando a 10 mila euro. I galleristi sostengono spesso che sono i collezionisti-acquirenti ad essere reticenti sulla trasparenza dei loro acquisti, rendendoli poi spesso pubblici solo sui social media. Insomma il tema della mancata disclosure delle vendite dei beni da collezione resta un antico limite tutto italiano, sdoganato, invece, in altre fiere internazionali e presso molti galleristi d’oltralpe.
Organizzata dall’Associazione Antiquari d’Italia, la manifestazione si è confermata come un appuntamento culturale e commerciale importante per il mercato italiano. «La seconda edizione di Arte e Collezionismo è stata un grande successo di pubblico e di vendite – ha ribadito il presidente dell’Associazione Antiquari d’Italia, Bruno Botticelli, primo a fare disclosure sulle vendite, un esempio da seguire -. Istituzioni, visitatori privati, collezionisti italiani e stranieri, hanno espresso il loro entusiasmo per la nuova esperienza nella Capitale in uno spazio di elevato prestigio artistico. Questi giorni hanno confermato che era necessario costruire un appuntamento permanente, raddoppiando l’offerta fieristica degli antiquari in Italia (già la Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze dà appuntamento dal 26 settembre al 4 ottobre 2026, ndr). L’appuntamento ora è fissato al 2027 con molte nuove idee».
Fonte: Il Sole 24 Ore