
Arte e futuro a Riyadh: l’ibrido che anticipa il mercato
Quali sono le opportunità e le criticità principali per gli artisti e curatori emergenti in quest’area?
Non conosco nel dettaglio i programmi della Saudi Vision, ma so che offrono un grande sostegno: finanziano residenze per i loro artisti all’estero, promuovono programmi di residenza in molte parti del mondo e, naturalmente, forniscono un supporto concreto anche in Arabia Saudita. Si percepisce una reale volontà politica alla base di questo sviluppo.
E per quanto riguarda gli artisti contemporanei italiani? Quali sono gli interventi necessari per favorire una maggior presenza dell’arte italiana contemporanea nell’area? Manca il sostegno da parte delle gallerie?
Parlando di politiche di sostegno, non credo che il problema risieda nelle gallerie. Quello che ho cercato di evitare durante l’Art Week è stato proprio considerare le gallerie come semplici entità commerciali. A mio avviso, il ruolo di una galleria va ben oltre la vendita: dovrebbe scoprire nuovi talenti, accompagnare gli artisti nel loro percorso e, soprattutto, aiutarli a entrare nei musei, nelle istituzioni, nelle mostre. Farli evolvere. Ed è proprio l’evoluzione dell’artista a rappresentare la vera ricompensa per una galleria: un valore reale. Il gallerista, insomma, non è un commerciante.
In Paesi come la Francia, dove vivo, lo Stato svolge un ruolo fondamentale in questo processo. A Parigi, ad esempio, esistono numerosi programmi pubblici di sostegno agli artisti, e non è un caso se molti di loro riescono a creare e viaggiare in tutto il mondo: è il frutto di una politica culturale attenta e strutturata. In Italia, purtroppo, questa politica è ancora molto debole. Servirebbe ripensare seriamente le strategie di supporto e lavorare alla costruzione di un’identità culturale condivisa, perché né gli artisti né i galleristi validi mancano. Ciò che manca è il sostegno istituzionale. Un ulteriore punto critico è la centralizzazione: sarebbe fondamentale creare poli di supporto legati alle diverse discipline artistiche, distribuiti anche in base alle caratteristiche delle varie aree geografiche. Solo così il sistema potrà diventare più accessibile, inclusivo e funzionale.
Fonte: Il Sole 24 Ore