Aston Martin Dbx S, ecco com’è e come va il suv che sfida la Ferrari Purosangue

Aston Martin Dbx S, ecco com’è e come va il suv che sfida la Ferrari Purosangue

L’escalation dei picchi di potenza in casa Aston Martin continua coinvolgendo la Dbx, il suo unico suv. La nuova versione è contraddistinta dalla lettera S che da decenni caratterizza le versioni più potenti e dinamiche del brand. Un repertorio che è la vetrina dello stato dell’arte tecnologico del marchio nella quale, per la cronaca, entreranno anche i frutti della collaborazione da poco annunciata con Pirelli per equipaggiare di serie i futuri modelli con Cyber Tyre. Ovvero, il primo sistema al mondo in grado di raccogliere dati e informazioni da sensori posizionati all’interno dei pneumatici, elaborarli tramite software e algoritmi proprietari Pirelli e comunicare in tempo reale con l’elettronica del veicolo per gestire il dinamismo in funzione delle condizioni di guida e di marcia. Intanto, con un carico di tecnologie specificatamente sviluppate dall’Aston Martin arriva la Dbx S, che è già ordinabile a un prezzo di oltre 260.000 euro.

Aston Martin Dbx S, entra nella top three dei suv più potenti

La Dbx grazie ai 727 cavalli racchiusi nel suo V8 biturbo vanta una potenza che supera di ben 222 cavalli quella della versione con cui ha debuttato la gamma nel 2019 e di 20 cavalli quella della successiva 707 il cui nome trasmette la potenza del suo motore e scala, così, la classifica dei supersuv. Infatti, entra con decisione tra gli hypersuv salendo sul secondo gradino del podio alle spalle dell’elettrificata Porsche Cayenne Turbo E-Hybrid con 739 cavalli e piazzandosi, per soli 2 cavalli, davanti alla Ferrari Purosangue con 725 cavalli spinta da un V12 di 6,5 litri non sovralimentato e, come quello della Dbx S, non elettrificato.

Aston Martin Dbx S, grazie a Valhalla sale la potenza

Per portare la Dbx ai vertici della ristrettissima famiglia degli hypersuv, l’Aston Martin ha rivisitato per la terza volta il V8 biturbo di 4 litri di origine Mercedes Amg. La nuova edizione offre sempre una coppia di 900 accompagnandola, però, a 727 cavalli. Una potenza raggiunta grazie a turbine di nuova generazione derivata da quelle della hypercar ibrida plug-in Valhalla con 1.079 cavalli realizzata in 999 esemplari, ridefinendo alcune componenti interne, ricalibrando l’elettronica per rendere l’erogazione più corposa a ogni regime e adottando un sistema di scarico che supportando il potenziamento del motore gli permette di emanare ianche una tonalità specifica e appagante. Il rinnovato V8 biturbo spinge la Dbx S sino a 310 all’ora consentendole di raggiungere i 100 orari in 3”3 e il traguardo dei 200 in 11”1. Il tuning comprende anche la rivisitazione del cambio automatico senza convertitore, anch’esso di origine Amg, per offrire punti di passaggi marcia ottimizzati nelle modalità Sport e Sport+ e della taratura del servosterzo. Invariati, rispetto a quelli della Dbx 707 sia la trazione integrale che può arrivare a distribuire la motricità fino al 50% all’avantreno e fino al 100% al retrotreno, l’assetto adattivo con elementi pneumatici, l’impianto frenante con dischi carboceramici e i sistemi di sicurezza di ausilio alla guida. Per incrementare il dinamismo riducendo un po’ il peso standard della Dbx S che rasenta i 2.400 kg a richiesta sono disponibili elementi della carrozzeria in carbonio, compreso il tetto di quasi 3 metri quadrati che da solo elimina 18 kg di peso) nonché cerchi da 23” in magnesio che riducono di 19 kg la massa non sospesa.

Aston Martin Dbx S, body kit e abitacolo specifici

Lunga 5,04 metri, larga 2 metri, alta 11,68 metri e con un passo di 3,06 metri, la S conserva praticamente le dimensioni delle altre Dbx. Da queste si distingue per le personalizzazioni della sua robusta carrozzeria. Lo specifico body kit ridefinisce l’aspetto del frontale e della coda. Davanti spiccano la mascherina ridisegnata che a richiesta può avere la grigliatura a nido d’ape come quella della Dbs 770 Ultimate, uno splitter inedito, dietro sono di nuovo disegno il diffusore e lo scudo paraurti che al pari dell’anteriore e contornato da un profilo rosso e che integra l’inedita disposizione verticale delle due coppie di terminali dello scarico. Lateralmente si notano minigonne modificate e gli iconici loghi S.

Fonte: Il Sole 24 Ore