Atitech, a Olbia il nuovo polo per la manutenzione di jet privati
La sfida è importante e parte da un investimento da 16 milioni di euro e un orizzonte che prevede 330 assunzioni e un fatturato di 60 milioni di euro. Al centro il nuovo Polo di Business Aviation di Atitech, ossia un centro di eccellenza per la manutenzione dei jet privati a Olbia. La costola sarda della più grande Mro (Maintenance, Repair and Overhaul) indipendente nel mercato Emea (Europa-Medio Oriente-Africa), con quartier generale all’Aeroporto di Napoli-Capodichino. Attualmente l’hub Atitech di Olbia, presentato nel corso dell’iniziativa “Where Sky Meets Sea”, conta una cinquantina di dipendenti provenienti dal mondo Air Italy e Meridiana. Un “patrimonio di professionalità” che, per usare le parole del presidente di Atitech Gianni Lettieri, ha trovato una nuova collocazione nello stabilimento di 12 mila metri quadri nel nord est sardo. «Per noi si tratta di una sfida importante e impegnativa – ha raccontato – e segue il percorso nato con Atitech. Ricordo che siamo partiti da un’azienda che aveva un solo aereo nell’hangar e ora lavora in tutto il mondo». Sfida economica ma anche professionale giacché «non esiste al mondo un paese che ha le competenze e le eccellenze che abbiamo noi». E quindi l’attenzione per un settore che in tutto il Paese, ha un ampio margine di crescita, destinato a raggiungere, nell’arco dei prossimi 20 anni, 8 miliardi di passeggeri a livello globale. «Questo era un settore che in Italia era scomparso. Con la compagnia di bandiera vedevamo venire a mancare anche questo – ha aggiunto ancora Lettieri -. Oggi facciamo efficienza, pensiamo a 19 aerei linea a Napoli, 11 a Fiumicino».
Con l’apertura del nuovo hub si scrive un nuovo capitolo nello sviluppo della società «centrato sul rilancio di un know-how italiano fatto di talento, competenze e innovazione».
Il piano è ambizioso anche se, come sottolinea Lettieri, «è ancora prudenziale» e prevede l’assunzione fino a 330 risorse dirette e 100 nell’indotto entro il 2026, 16 milioni di euro di investimenti e proiezioni di crescita che vanno da 14 milioni di euro di fatturato nel 2026 a 60 milioni nel 2029. «Siamo partiti così anche con Atitech e siamo arrivati a 180 milioni di fatturato». Nessuna preoccupazione poi per la concorrenza: «Siamo gli unici in Italia – ha aggiunto – inoltre con Ita abbiamo un contratto sino al 2032, poi si vedrà».
Progetto ambizioso ma non avventato, basato su dati che parlano di una crescita del settore aereo importante. «Oggi in Italia abbiamo 230 milioni di passeggeri e nel mondo siamo a 4 miliardi – ha detto Pierluigi di Palma, presidente dell’Enac -. Nei prossimi 20 anni andremo a oltre 8 miliardi di passeggeri. La scommessa dell’imprenditore si poggia su questo. Chi entra oggi salvo è destinato a guadagnare tanto».
Il punto di partenza, quindi, per un percorso che apre le porte a nuovi scenari. «Seguo Atitech da tempo, oggi è importante esserci qui perché un investimento trova concretezza – ha detto Alessandra Todde, presidente della Regione – e da ingegnere posso dire che questo settore apre le porte a nuove prospettive e sviluppi». Un passo importante non solo per la Sardegna, come ha ribadito nel suo messaggio il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. «Olbia, grazie anche al nuovo hub Atitech Costa Smeralda MRO all’aeroporto, ha l’opportunità di rafforzare la propria posizione e consolidare la reputazione come meta di élite, attraendo clientela internazionale e investimenti strategici – ha scritto -. Questa infrastruttura rappresenta un ponte tra eccellenza tecnica e turismo di alta gamma, diventando un motore per l’economia locale e regionale. Solo rafforzando queste reti, con investimenti continui potremo consolidare il ruolo dell’Italia come protagonista anche nei principali hub internazionali».
Fonte: Il Sole 24 Ore