Aumenta produttività e creatività sul lavoro con lo stato di flusso: il metodo di Csíkszentmihályi

Aumenta produttività e creatività sul lavoro con lo stato di flusso: il metodo di Csíkszentmihályi

Di recente mi sono trovato, durante la mia attività di formatore, a riprendere spesso in aula il concetto di flow. Questo concetto, introdotto negli anni ’70 dallo psicologo Mihály Csíkszentmihályi, può rappresentare una delle chiavi per sbloccare creatività, produttività e soddisfazione sia sul lavoro sia – più in generale – nelle attività che ci troviamo a compiere nella nostra vita. Piccola nota: il libro dal titolo Flow è stato da poco ripubblicato e ne suggerisco vivamente la lettura per approfondire quanto raccontato in questo breve articolo.

Partiamo con ordine e proviamo a capire cosa si intende con il termine “flow”.

Il flow, o “stato di flusso”, è una condizione mentale durante la quale una persona è completamente immersa in un’attività, sperimentando un livello di concentrazione così intenso da perdere la percezione del tempo e del sé. Csíkszentmihályi lo ha descritto come il momento in cui “la sfida di un compito e le capacità personali sono perfettamente bilanciate”. In questo stato, la mente funziona in modo fluido, senza distrazioni, producendo risultati di alta qualità e, al contempo, generando una profonda soddisfazione intrinseca.

A una prima analisi può sembrare che lo stato di flusso sia confuso con altre condizioni come la concentrazione, o l’essere appassionati o il provare piacere e soddisfazione verso l’attività che si sta facendo. Tuttavia una analisi più approfondita ci dice che il flow non è uno stato casuale: richiede la presenza di condizioni specifiche che possono – e devono – essere ricercate e attivate consapevolmente. Quando si è totalmente immersi in una attività bisognerebbe avere chiaro lo scopo di ciò che si sta facendo, focalizzare le risorse cognitive esclusivamente sul compito eliminando qualsiasi fonte di disturbo e percepire il compito che si sta affrontando come sfidante, difficile, arduo ma chiaramente raggiungibile. Se da un lato questi elementi possono ricordare i suggerimenti – anche molto semplici – che tipicamente un genitore forniva al proprio figlio in età scolare, dall’altro sono alcuni degli elementi chiave di attivazione del flow. Ogni distrazione – ci dice Csíkszentmihályi – ci fa uscire dal flow e, se fossimo in un grande gioco dell’oca, sarebbe come se ci riportasse alla casella di partenza. Se a questo aggiungiamo che la capacità di attenzione si attestava nel 2015 a circa 8 secondi, ci rendiamo subito conto di quanto sia difficile operare in uno stato di flusso. Per capire la dinamica e gli effetti del flow è più semplice fare dei riferimenti a tutte quelle attività – come quelle sportive o artistiche – che per loro natura sono esclusive e implicano una rimozione sistematica delle fonti di distrazione.

Fonte: Il Sole 24 Ore