Aumento dell’età pensionabile, Bankitalia spinge: «Garantisce equità»

Aumento dell’età pensionabile, Bankitalia spinge: «Garantisce equità»

Un meccanismo che «sarebbe meglio non toccare». È quello sull’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita. Che, tradotto, vuol dire continuare ad alzare la soglia per smettere di lavorare dato che, in Italia, si vive sempre più a lungo.

«Problema di equità»

È quello che ha sottolineato Fabrizio Balassone, vice capo del dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, durante l’audizione di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. «C’è un problema di equità generazionale – ha detto – e abbiamo questo aumento di spesa che può complicare e molto la gestione della finanza pubblica».

La spesa pensionistica più alta d’Europa

Il discorso di Balassoni fa riferimento alla spesa pensionistica italiana che, in rapporto al Pil, è la più alta in Europa, «al 15,6% nel 2022 contro una media dell’11,4%». Questo, dopo che l’età media effettiva di pensionamento è già aumentata di oltre cinque anni tra il 2001 e il 2024, a 64,6 anni, e il tasso di partecipazione al mercato del lavoro nella fascia di età 55-64 anni è più che raddoppiato, dal 28,2% al 61,3%.

Il disegno di legge della manovra

Il disegno di legge della manovra, invece, prevede che l’adeguamento sia di un mese nel 2027 (quindi in pensione a 67 anni e un mese) e di due mesi nel 2028 (in pensione a 67 anni e 3 mesi). Oltre alla sospensione fino al 2029 per le professioni gravose.

Eppure, «l’aggiornamento dovrebbe avvenire di norma ogni due anni per tutti – dice Bankitalia – tuttavia, ci sono state diverse eccezioni». Ma il meccanismo «di indicizzare l’età di pensionamento alla longevità è stato introdotto per riequilibrare tra le generazioni il rapporto tra il tempo della vita trascorso al lavoro e quello trascorso in pensione». E, quindi, aiuterà nei prossimi anni a limitare la crescita della spesa pensionistica determinata dall’invecchiamento della popolazione.

Fonte: Il Sole 24 Ore