Auto elettriche, boom cinese in settembre. E l’Europa rischia otto fabbriche
La Cina raddoppia le esportazioni di auto elettriche e ibride plug-in a settembre, mentre Byd, il colosso di Shenzhen ormai leader del settore, guarda al Regno Unito come suo primo mercato al di fuori dei confini nazionali. In parallelo, l’azienda intensifica i contatti con Madrid, che si conferma la destinazione più probabile per la sua terza fabbrica europea. La Spagna, forte di una rete industriale competitiva, costi di produzione contenuti ed energia a basso prezzo, è oggi il Paese più attrattivo per gli investimenti nell’automotive elettrico.
Secondo i dati diffusi dalla China Association of Automobile Manufacturers (Caam), le esportazioni di Nev, New energy vehicles (categoria che comprende auto a batteria e ibride plug-in), sono cresciute del 100% a settembre rispetto allo stesso mese del 2024, raggiungendo quota 222mila unità. Un volume solo lievemente inferiore ai 224mila veicoli esportati ad agosto. Nel complesso, le vendite domestiche di auto passeggeri in Cina sono aumentate dell’11,2% su base annua, confermando un mercato interno vivace, sebbene rallentato rispetto al +15% registrato il mese precedente.
Regno Unito primo mercato di Byd al di fuori della Cina
A trainare la corsa all’estero è soprattutto Byd, oggi primo costruttore cinese di veicoli elettrici, che ha conquistato una posizione dominante anche nei mercati internazionali, benché poco più di un mese fa abbia dovuto rivedere le stime delle vendite per l’anno. Le vendite nel Regno Unito sono salite dell’880% su base annua a settembre, facendo di Londra il principale sbocco commerciale del gruppo al di fuori della Cina. In Europa, nei primi otto mesi del 2025, Byd ha incrementato le immatricolazioni del 280% rispetto allo stesso periodo del 2024, grazie a una gamma che combina modelli full electric e ibridi plug-in, posizionati con una politica di prezzo aggressiva rispetto ai concorrenti occidentali.
Byd guarda alla Spagna per il terzo impianto europeo, ecco perché
La strategia del gruppo è chiara: produrre entro tre anni tutti i veicoli destinati al mercato europeo direttamente nel continente, in modo da aggirare dazi e misure protezionistiche sempre più diffuse. Dopo la fabbrica in costruzione in Ungheria e il nuovo impianto pianificato in Turchia, atteso per il 2026, Byd considera la Spagna la candidata principale per il suo terzo polo produttivo europeo.
Secondo fonti industriali citate da Reuters, il progetto spagnolo avrebbe già ottenuto una posizione di vantaggio nelle valutazioni interne, grazie al mix tra bassi costi energetici, infrastrutture moderne e un contesto politico-industriale favorevole. Madrid, del resto, ha messo in campo un piano da 5 miliardi di euro finanziato con fondi europei post-pandemia per attrarre investimenti nel settore delle batterie e dei veicoli elettrici, attirando giganti come Volkswagen, Stellantis (con la cinese Leapmotor), Chery e il numero uno mondiale delle batterie, Catl (con la stessa Stellantis).
Fonte: Il Sole 24 Ore