Automotive, in aumento il traffico dei pezzi di ricambio non autorizzati

Automotive, in aumento il traffico dei pezzi di ricambio non autorizzati

Magazzini pieni di stemmi, copri-cerchi o copri-mozzo quasi uguali agli originali. Di tutte le case automobilistiche. Sono stati scoperti a Torino come a Pavia fino a Matera, dove insieme a ricambi non autentici si immettevano nel mercato oli lubrificanti provenienti dall’Est d’Europa in una girandola di fatture false, società inesistenti e prestanome.

L’industria del falso nell’automotive

L’industria del falso rivolge un’attenzione crescente al comparto dell’automotive e destinata ad aumentare in base all’andamento delle trattative sui dazi tra Ue e Usa intorno a quello che resta uno dei comparti cruciali dell’economia italiana e europea.

Negli ultimi mesi, sono state sequestrate numerose copie di pezzi di ricambio da destinare a rivenditori o officine, facendo leva sulla difficoltà di distinguere l’imitazione.

Magazzini pieni di ricambi non originali

Quando gli agenti del comando provinciale della Guardia di Finanza di Torino sono entrati nel deposito affittato da una società specializzata nella produzione di ricambi per auto, si sono imbattuti in scaffali pieni di pezzi marchiati Fiat, Alfa Romeo, Renault, Volkswagen, Toyota, Dacia, Chevrolet, Nissan, Seat, Iveco, pronti per essere distribuiti sull’intero territorio nazionale. Quattrocentomila pezzi stavano per partire da questo magazzino (di una società di logistica non coinvolta) nel comune di Volvera. «Copie molto ben fatte», assicurano gli investigatori. Copie realizzate in un opificio con 13 linee produttive da un’azienda attrezzata con telai serigrafici, matrici per copricerchi, macchinari per pressatura e tampografia. Una società dotata, soprattutto, di un know how tecnico che convinceva il cliente di acquistare originali. Nelle stesse linee di produzione venivano realizzati anche pezzi non griffati, ma il grosso del business avveniva sui ricambi attribuiti a noti marchi. Erano stati i periti delle case automobilistiche ad avanzare sospetti su una presunta illecita commercializzazione, a fronte di vendite da parte di soggetti a cui non risultavano forniture. Le Fiamme Gialle hanno ricostruito l’intera filiera, fino a quest’opificio bloccato con i sigilli. Fascicolo chiuso, in attesa di udienza preliminare.

Fonte: Il Sole 24 Ore