Automotive, scontro Olanda-Cina: allarme in Europa per i chip Nexperia
Lo scontro tra Olanda e Cina sul controllo del produttore di semiconduttori Nexperia apre un fronte critico per l’industria automobilistica europea. Dopo che il governo olandese ha assunto, il 30 settembre, il controllo temporaneo della società per motivi di sicurezza nazionale, Pechino ha reagito bloccando le esportazioni dei chip prodotti in Cina. Un effetto domino che rischia di mettere in difficoltà costruttori come Bmw, Volkswagen, Mercedes e Stellantis, fortemente dipendenti dai componenti Nexperia per i sistemi elettronici dei veicoli.
L’Acea, associazione europea dei costruttori automobilistici, ha lanciato l’allarme: senza una soluzione immediata, la produzione di veicoli in Europa potrebbe subire gravi interruzioni. «I fornitori non possono costruire i componenti necessari senza i chip Nexperia», ha dichiarato la direttrice generale Sigrid de Vries, chiedendo «una risposta rapida e pragmatica» da parte dei governi coinvolti. Le scorte attuali, ha precisato Acea, potrebbero esaurirsi nel giro di poche settimane.
Il caso Nexperia e la nuova guerra dei chip
L’intervento dell’Aja è uno dei segnali più chiari del nuovo approccio europeo alla sovranità tecnologica. Fondata a Nimega e un tempo parte di Philips, Nexperia è oggi controllata al 100% dal gruppo cinese Wingtech, inserito a fine 2024 nella entity list americana che limita l’accesso a tecnologie statunitensi.
La decisione olandese – che ha comportato anche la rimozione del ceo cinese – è stata giustificata con la necessità di «evitare la perdita di competenze e tecnologie strategiche verso Paesi terzi». Gli Stati Uniti avrebbero spinto i Paesi europei ad agire per contenere l’espansione cinese nel settore.
L’azione, però, proietta Nexperia nel cuore di una nuova guerra commerciale tra le due maggiori economie del mondo, con Donald Trump che intensifica la pressione sulle tecnologie strategiche e Pechino che risponde limitando l’export di terre rare, materie prime cruciali per semiconduttori e batterie.
Fonte: Il Sole 24 Ore