
«Avanti da soli, Mv Agusta mai così forte come ora»
«Se guardiamo la storia, questo brand ha attraversato più volte l’inferno. Eppure è ancora qui, dimostrando una grande capacità di sopravvivenza, in perfetta forma per ripartire».
Timur Sardarov ci crede. Dopo aver investito poco meno di 200 milioni di euro in MV Agusta salvandola dal fallimento, l’imprenditore si ritrova ancora una volta solo al comando, con il 100% delle quote attraverso Art of Mobility dopo aver rilevato il 50,1% in mano a Ktm. Big austriaco delle due ruote arrivato ad un passo dal crack e costretto a vendere. Addio che spezza la partnership con uno dei protagonisti del settore (1,9 miliardi di ricavi, dopo un crollo del 29,4% del 2024), da cui ci si attendeva un rilancio definitivo dello storico brand italiano dopo anni di difficoltà.
«Guardando ai risultati della collaborazione c’è stato certamente l’innesto positivo di buone pratiche in termini di qualità, nell’Ict, nelle prassi manifatturiere – spiega Sardarov – ma devo dire che le attese sulle sinergie erano più alte e non si sono realizzate, ad esempio sulla supply chain. Nel confronto con gli austriaci abbiamo visto inoltre che MV Agusta è efficiente nel design, nella progettazione e nell’assemblaggio: riusciamo a fare moto più belle, in modo più rapido ed economico: da questo punto di vista la partnership non ha aggiunto valore».
Ciò che è destinato a restare è invece la nuova rete commerciale, uno dei target principali che ci si era posti al momento dell’accordo. «Qui il contributo di Ktm è stato decisivo – spiega l’imprenditore – e ora disponiamo di una rete completamente nuova di 220 dealer, solida e stabile in termini finanziari, con contratti completamente rivisti».Base su cui si punta per rilanciare la produzione, parzialmente frenata nel 2025 per permettere a Ktm di svuotare gli stock accumulati in precedenza. «Ci siamo fermati in termini produttivi a 4mila unità, e questo era parte dell’accordo, anche se si pensava di chiudere a marzo e invece è accaduto ora. Ma ad ogni modo non siamo distanti dal livello di break-even, che è raggiungibile tra le 4 e le 5mila moto. Già quest’anno, con 80 milioni di ricavi, il budget prevede un Ebitda positivo e un pareggio complessivo. E l’anno prossimo i profitti saranno superiori».
Ottimismo non scontato alla luce delle traversie vissute dal brand, passato dai fasti delle continue vittorie sportive (l’icona dell’azienda è il pluricampione Giacomo Agostini) ad un avvitamento verso il basso mai interrotto dalla lunga sequenza di investitori che nel tempo si sono affacciati sulle sponde del lago di Varese, headquarter dell’azienda: prima i malesi di Proton, poi Harley Davidson, Amg Mercedes e infine Ktm.
Fonte: Il Sole 24 Ore