«Azzerato il patrimonio per i risarcimenti di Ustica». La procura di Milano sequestra 130 milioni

Un sequestro preventivo, del valore di circa 130 milioni di euro, emesso dal gip del Tribunale di Milano nei confronti di due componenti del Cda di Aerolinee Itavia, eseguito dal nucleo Valutario della Gdf di Milano. Secondo le indagini, i due manager «avrebbero pressoché azzerato il patrimonio aziendale residuo, derivante dai risarcimenti corrisposti alla medesima dai Ministeri della Difesa e delle Infrastratture e dei Trasporti, a seguito delle vicende giudiziarie correlate alla strage di Ustica del 1980». I due avrebbero in sostanza sottratto fondi che servivano a risarcire le famiglie della strage aerea di Ustica, attraverso «due operazioni di finanziamento pregiudizievoli del patrimonio sociale, una da 130 mln di euro (mai restituita) e l’altra da 45 mln di euro (quest’ultima successivamente rimborsata), in favore di società a loro riconducibile».

L’indagine dunque verte sull’azzeramento del patrimonio aziendale derivante, sottraeando beni messi a disposizione dai ministeri della Difesa e delle Infrastrutture e Trasporti dopo il 1980.

Una serie di operazioni societarie erano già finite sotto attenzione da parte della magistratura civile che, nell’aprile del 2023, aveva nominato un curatore speciale. Già dallo scorso mese di maggio, un mese dopo la nomina, il curatore aveva evidenziato le irregolarità delle due operazioni di finanziamento in danno della società, dei soci di minoranza e deicreditori. Alla luce delle criticità che erano state evidenziate, la tutela del patrimonio della società era stato affidato a un amministratore giudiziario.

Dopo questa prima fase, le indagini della procura di Milano hanno permesso di individuare come le somme, derivanti dal finanziamento di 130 mln erogato da Itavia a beneficio di una holding finanziaria facente capo ai due indagati, siano state reimpiegate per finalità del tutto diverse.

Risultano indagati i due ex amministratori, l’ex liquidatore nonché i sindaci (questi ultimi «per aver omesso qualsiasi controllo sulle situazioni di conflitto di interesse e non aver adottato i provvedimenti previsti per legge idonei a impedire i citati eventi»). I reati contestati sono riciclaggio, infedeltà patrimoniale e appropriazione indebita.

Fonte: Il Sole 24 Ore