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                Bagagli smarriti in volo, sì al risarcimento anche se non si può quantificare il danno
In caso di bagaglio definitivamente smarrito per colpa della compagnia aerea il giudice non può negare il risarcimento solo perché non è stato possibile quantificare il danno. La via da percorrere è quella del risarcimento cosiddetto in via equitativa, basandosi su una prassi: ovvero su quello che di solito il viaggiatore mette nella sua valigia, considerando anche la quantità di oggetti in base allalunghezza della “trasferta”.
Per la Cassazione – che accoglie il ricorso del passeggero – nella maggior parte dei casi nel trolley ci sono «capi di abbigliamento, biancheria intima, profumi ed accessori et similia in quantità ragguagliata alla durata del viaggio». Per la Suprema corte, una volta appurato che la valigia del passeggero era stata definitivamente smarrita, per un inadempimento del vettore aereo, il giudice non poteva negare la liquidazione equitativa del danno patrimoniale, solo per l’impossibilità di quantificarlo per una causa da imputare al ricorrente, che aveva potuto contare solo sulla testimonianza della moglie considerata non utile.
Irragionevole la pretesa di informazioni precise
Il Tribunale ha sbagliato anche a pretendere che le spese fatte per ricomprare gli oggetti che avevano “preso il volo” avrebbero dovuto essere non solo allegate ma anche dimostrate, ad esempio portando gli scontrini di acquisto. «Va al riguardo posto in rilievo che l’unica via per liquidare il danno richiesto – si legge nella sentenza – è nella specie la valutazione equitativa, risultando irragionevole la pretesa che possano fornirsi indicazioni specifiche sul contenuto di un bagaglio». 
Fonte: Il Sole 24 Ore
 
                     
                     
                     
                    