Balneari, stabilimenti aperti fino a fine settembre

Balneari, stabilimenti aperti fino a fine settembre

Un aiuto dal Governo e dalla maggioranza per sostenere la stagione estiva nel mezzo dell’apertura del mercato delle concessioni, con un decreto sugli indennizzi ai gestori uscenti al vaglio del Consiglio di Stato. E quindi più flessibilità per l’apertura e chiusura delle strutture, con la possibilità di portare la chiusura della stagione balneare e degli ombrelloni a ridosso di ottobre. La legge di conversione del decreto Infrastrutture (Dl n. 73/2025) ospita, con un emendamento (prima firmataria, Giorgia Andreuzza della Lega) votato dalle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera, una novità che consentirà di chiudere più tardi gli stabilimenti balneari.

Il provvedimento, nella sua formulazione originaria, stabiliva l’inizio e la fine della stagione balneare, per mantenere una maggiore omogeneità in tutto il paese ed evitare che a livello locale ci si muova in modo differenziato. Ogni anno la stagione balneare inizia la terza settimana di maggio e si conclude la terza settimana di settembre.

 Ora, con l’emendamento votato in commissione, viene allargato il periodo nel quale Regioni e Comuni possono anticipare o posticipare inizio e fine della stagione: sarà possibile spostare l’inizio e la fine di una settimana, partendo la seconda settimana di maggio e arrivando a ridosso di ottobre. Ma non solo: salta il limite, precedentemente fissato dallo stesso decreto, di una stagione balneare di quattro mesi. Si potrà andare anche oltre.

Spiega proprio Andreuzza: «Con l’approvazione di un nostro emendamento le Regioni e i Comuni potranno gestire come vogliono la stagione, salvaguardando la sicurezza dei bagnanti. Saranno preservati le peculiarità dei territori e le specifiche climatiche di ogni località. La nostra penisola fatta di 7.600 chilometri di costa, proprio per la sua conformazione, da nord a sud, ha delle stagionalità differenti. Non si può pensare che in una tale eterogeneità territoriale la stagione sia uguale in tutto il Paese. Così l’apertura delle spiagge sarà correlata alle reali esigenze delle loro imprese e fruitori».

Fonte: Il Sole 24 Ore