Bancari, contratto dinamico con la cabina di regia sul digitale

Bancari, contratto dinamico con la cabina di regia sul digitale

I bancari avranno un contratto di lavoro più dinamico che si evolverà progressivamente, grazie anche ai nuovi strumenti ideati da Abi e dai sindacati. Come la cabina di regia sul digitale che «è stata ideata già nel 2019 ed è stata definita con il contratto del 2023, sancendo un modus operandi – spiega il presidente del Casl di Abi, Ilaria Maria Dalla Riva -. Abi e i sindacati si sono trovati d’accordo sul fatto che non si tratta di un osservatorio, di una commissione, ma di uno strumento di contrattazione dinamica che ha il compito di monitorare, ascoltare, accompagnare la trasformazione portata dalle tecnologie, dal digitale e dall’intelligenza artificiale». Questa trasformazione sta dettando tempi diversi, come anche i clienti, che chiedono la rete fisica, ma anche il digitale e la multicanalità. «La cabina di regia non è più un’enunciazione, si è insediata il 9 ottobre e sarà uno strumento di contrattazione vero e proprio – spiega Dalla Riva -. E’ composta da 30 membri, 15 designati dai sindacati tra cui i segretari generali e 15 designati da Abi ovvero i titolari del Casl e il presidente e ha l’obiettivo di trovare soluzioni condivise che potranno integrare il contratto nazionale». Quello attuale scadrà in marzo, ma nel frattempo, «con la cabina di regia abbiamo posto le basi per le sfide future e stiamo anticipando i temi e il percorso che ci porterà a rinnovare anche il prossimo contratto – continua Dalla Riva -. In un momento storico dove si affermano nuovi modelli abbiamo accelerato sul cambiamento per guidarlo, giocando d’anticipo, a partire dai punti di vista di tutti, quelli dell’impresa, dei suoi manager, dell’associazione bancaria, dei sindacati. Questo ci porterà a nuovi punti di incontro per il rinnovo del prossimo contratto».

L’occupazione in banca

Nel 2023 i bancari delle aziende che danno mandato di rappresentanza ad Abi erano 258mila, a fine 2024 sono scesi a 256mila, 2mila in meno, come dicono i dati Abi, presentati ai seminari di Firenze. Se allarghiamo il periodo di osservazione a 15 anni, sono 87mila in meno rispetto ai 343mila del 2009. Ma sono ancora qua e non si sono dimezzati, spazzati via da app, algoritmi, tecnologia, intelligenza artificiale come sembravano dire le profezie di consulenti e presidenti del consiglio che appena dieci anni fa parlavano di un perimetro occupazionale che si sarebbe fermato a 150mila lavoratori. Tutt’altro. Se c’è un trend di calo dei posti di lavoro, va anche detto che ha ormai raggiunto percentuali fisiologiche, intorno all’1,5%, e che che la staffetta generazionale non si è mai bloccata, come raccontano le quattro generazioni che ci sono in banca: baby boomers che sono il 7%, millennials che sono la fetta più importante con il 56,4%, GenX (29,9%) e GenZ (6,7%).

La staffetta generazionale

Questa dinamica è stata resa possibile dagli strumenti nati all’interno di un contratto collettivo nazionale di lavoro Abi forte, che si applica a 286.800 persone secondo i dati Cnel sulla media dei flussi Uniemens del 2024: un dato che mostra come sia un riferimento unico nel settore del credito (insieme al contratto di Federcasse che si applica alle Bcc), tant’è che l’applicazione supera di circa 30mila lavoratori il perimetro Abi. Contratto leader nel settore, dove non esiste dumping contrattuale, e unico nella capacità di innovare e negli strumenti che ha trovato grazie a un dialogo mai spento, con un sindacato che in banca ha una percentuale straordinariamente alta di adesioni, oltre il 70%. Come il Fondo di solidarietà e il Fondo per l’occupazione. Con il primo, dal 2001, sono usciti volontariamente 110mila bancari, accompagnati alla pensione con un assegno pari all’80% della retribuzione. Interamente a carico delle aziende. Il vero contrappeso alle uscite è arrivato un decennio dopo la nascita del Fondo di solidarietà, nel 2012, con il Fondo per l’occupazione che ha incentivato l’ingresso in banca di 45.200 giovani.

Nuovi modelli organizzativi

Quello che è cambiato in questi anni in banca è sicuramente il modo di lavorare, più flessibile e più attrattivo, negli orari, nelle modalità organizzative con lo smart working e la settimana corta, resi possibili anche grazie alla digitalizzazione dei servizi. E i mestieri. Inutile negare che i cassieri sono sempre di meno e commessi, autisti, addetti alla sicurezza che fino agli anni 2000 erano tra i profili selezionati in banca, sono stati soppiantati da una tech community che si allarga sempre più nei centri direzionali come anche nelle filiali. Con beneficio anche per gli inquadramenti che si sono spostati verso i dirigenti, i quadri e i livelli più alti delle aree professionali per fare funzionare una macchina sempre più evoluta.

Fonte: Il Sole 24 Ore