Banche e assicurazioni: ok ai 10 euro statali dalla culla ma «serve coinvolgimento»

Banche e assicurazioni: ok ai 10 euro statali dalla culla ma «serve coinvolgimento»

Il settore assicurativo e finanziario è favorevole alla paghetta di Stato ipotizzata da Plus24 sulla scia dell’idea della Germania che sta studiando un bonus di 10 euro mensili per chi ha tra i sei ei 18 anni. Una buona idea ma con le dovute cautele. In generale si preferisce un modello che coinvolga anche le famiglie e il sistema della previdenza complementare. Si guarda con favore alle iniziative virtuose del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia che erogano dei bonus previdenziali solo a patto che si apra e che si alimenti un fondo pensione o un Pip per il proprio figlio. «Queste iniziative, come tutte quelle legate alla previdenza integrativa, hanno soprattutto il pregio di fornire consapevolezza ai ragazzi – spiega Giancarlo Bosser, chief life officer di Generali Italia –. Si tratta di strumenti molto potenti che educano all’idea del risparmio». Sensibilizzare i giovani su temi come previdenza e longevità è prioritario in un Paese con previsioni di forte calo demografico.

I vantaggi di inizio tempestivo

«La previdenza va affrontata il prima possibile e dovremmo seguire quanto viene fatto nei paesi anglosassoni, dove i fondi pensione da sempre investono molto di più di quelli italiani sull’azionario. Le Borse hanno dimostrato di avere rendimenti reali, al netto cioè dall’inflazione, più alti degli altri investimenti – fa notare Alessandro Santoliquido, responsabile Group Insurance di UniCredit -. Partire presto è fondamentale per poter rivalutare i versamenti nel lungo periodo. Quindi ritengo molto interessante la proposta lanciata che potrebbe essere integrata da un investimento simile fatto privatamente per i propri figli».
Sulla stessa lunghezza d’onda sono ad Axa. «Iniziare dai neonati è un’idea radicale ma finanziariamente intelligente sfruttando la “magia” dell’interesse composto – spiega Andrea Veltri, chief L&S officer di Axa Italia –. Se però il versamento, come nel caso tedesco, viene integralmente dalle casse dello Stato, tanto vale farlo confluire direttamente nel primo pilastro pensionistico. In questo senso, la soluzione del Trentino, appare molto più efficace divenendo, da un lato, un moltiplicatore di risorse pubbliche e, dall’altro, contribuendo a creare una consuetudine al versamento che dovrebbe permanere anche dopo l’interruzione dei contributi statali».
Vedono con favore l’iniziativa anche a Cnp: «L’idea andrebbe accompagnata con una campagna di comunicazione ed educazione. Sarà anche fondamentale semplificare i processi di adesione provando a coniugare contributi privati e statali», spiega Paolo Fumo, direttore commerciale di Cnp Assicura.

Settore assicurativo pronto a fare la sua parte

Un bonus statale sarebbe ben accolto anche a Itas Mutua che guarda già con orgoglio al bonus alla nascita (fino a 1.100 euro) ideato dalla regione Trentino dove ha sedBenefici macroeconomici per il Paesee la compagnia. «Si tratta di un’iniziativa che va nella giusta direzione: quella di sensibilizzare i cittadini e le famiglie al tema della previdenza integrativa, un ambito oggi imprescindibile. Il contesto dei conti pubblici è noto a tutti – spiega Alessandro Molinari, ad e dg di Itas: gli Stati europei, Italia compresa, faticano sempre più a garantire gli stessi livelli di protezione sociale del passato. È quindi un dovere, ma anche un’opportunità, favorire nuovi strumenti che integrino e rafforzino il welfare pubblico, offrendo maggiore sicurezza alle generazioni future. In questo senso, anche il sistema assicurativo italiano può e deve essere chiamato a svolgere un ruolo di responsabilità» . Anche Unipol chiede partecipazione. «Siamo disposti a lavorare su iniziative ad hoc, se configurate in modo da coinvolgere il settore assicurativo – spiegano dalla compagnia guidata da Carlo Cimbri –. Se ben regolate e accompagnate da un’adeguata educazione previdenziale, potrebbero rappresentare un passo decisivo per rafforzare il secondo pilastro».

Benefici macroeconomici per il Paese

Secondo Unipol ci sarebbero i seguenti benefici: A) equità intergenerazionale: ogni neonato avrebbe accesso a un primo “zoccolo duro” di previdenza integrativa, indipendentemente dal contesto familiare. Il vero punto di forza è l’orizzonte di 18+ anni, che permette agli interessi composti di far crescere sensibilmente anche piccoli versamenti. B) Crescita della previdenza complementare: l’Italia soffre ancora di una bassa diffusione del secondo pilastro; un’iniziativa di questo tipo favorirebbe la cultura del risparmio previdenziale. C) Impatto macroeconomico: il capitale accumulato costituirebbe una fonte stabile di investimenti di lungo periodo.
Allianz ha più volte espresso l’opinione che siano necessari incentivi fiscali per favorire la formazione del risparmio previdenziale alimentato dai lavoratori. «Gli schemi basati su fondi attivati con contribuzioni avviate sin dalla nascita del cittadino sono presenti in molti paesi del mondo e hanno una robusta efficacia tecnica perché si basano su un allungamento significativo della fase di accumulo – spiegano dalla società di casa madre tedesca -. I casi osservabili a livello globale dimostrano l’affidamento della gestione a operatori specializzati».

Fonte: Il Sole 24 Ore