Banche venete, confermate tutte le sanzioni Consob

Banche venete, confermate tutte le sanzioni Consob

Nessuno sconto sulle sanzioni Consob per gli illeciti a danno dei risparmiatori commessi in Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza nei primi anni dello scorso decennio.

Con quattro ordinanze gemelle della Seconda sezione civile – pres. Milena Falaschi, rel. Valeria Pirari – rubricate da 24238 a 24241 e depositate ieri, la Cassazione ha ribadito la convivenza delle sanzioni amministrative del Tuf con quelle (para)penali di manipolazione del mercato – non generando quindi il bis in idem – e riaffermato i doveri molto “verticali” dei componenti del Collegio sindacale.

I ricorsi

I ricorsi erano stati presentati dall’amministratore delegato 2011-2014 di Veneto Banca, poi direttore generale fino al 2015; da un componente del Cda della stessa banca; da un membro del collegio sindacale di Popolare di Vicenza e da un consigliere di amministrazione della stessa, tutti colpiti a titolo differente da sanzioni pecuniarie tra 30 mila e 140 mila euro.

Le violazioni

Vastissimo il campionario di violazioni del Tuf contestate all’esito dell’indagine della Consob: dall’omessa adozione di procedure adeguate all’aver tenuto comportamenti «contrari a correttezza, diligenza e trasparenza in materia di valutazione di adeguatezza delle operazioni»; dalle irregolarità nei “trasferimenti tra privati” delle azioni Veneto Banca e dei finanziamenti concessi ai clienti per l’acquisto delle azioni di propria emissione, all’aver tenuto comportamenti contrari a correttezza, diligenza e trasparenza in materia di gestione degli ordini dei clienti». Ancora, per quanto riguarda Popolare di Vicenza, nel mirino era finita l’operazione di aumento di capitale del 2014, per «avere reso informazioni rivelatesi non veritiere in seguito ad accertamenti ispettivi», insieme al «persistere di una situazione di significativa mancata evasione delle richieste di vendita di azioni della banca».

Fonte: Il Sole 24 Ore