Bangladesh, condanna a morte per l’ex premier Sheikh Hasina

Bangladesh, condanna a morte per l’ex premier Sheikh Hasina

dal nostro corrispondente

NEW DELHI – Un tribunale speciale ha condannato a morte l’ex premier del Bangladesh Sheikh Hasina per crimini contro l’umanità per il suo ruolo nei massacri di manifestanti avvenuti nell’estate del 2024, poco prima della sua fuga precipitosa in India. L’annuncio della sentenza è stato accolto da grida di giubilo sia dentro l’aula sia fuori dal tribunale.

Pochi minuti dopo la lettura della sentenza, Hasina ha attaccato i giudici, dicendo che il suo verdetto di colpevolezza è stato pronunciato «da un tribunale manipolato, installato e guidato da un governo illegittimo, privo di un mandato elettorale». Parlando delle violenze che l’hanno fatta finire alla sbarra, Hasina ha ammesso che nei giorni delle proteste il suo governo «ha perso il controllo della situazione», ma che quanto accaduto nelle strade «non può essere considerato come un attacco premeditato contro i cittadini». Hasina sostiene che accusarla di aver ordinato di far fuoco sui manifestanti è «categoricamente scorretto».

In un rapporto pubblicato a febbraio, le Nazioni Unite hanno stimato in 1.400 le vittime delle violenze da parte delle forze di sicurezza che tra i mesi di luglio e agosto dello scorso anno hanno tentato invano di sopprimere una rivolta studentesca contro la leader e il suo esecutivo. Un consulente del governo ad interim attualmente in carica ha stimato in circa 800 le vittime e in 1.400 i feriti negli scontri. Citando uno dei capi d’accusa, il giudice Golam Mortuza Mozumder ha detto che nei giorni delle manifestazioni studentesche del 2024 Sheikh Hasina ordinò alle forze di sicurezza di «impiegare dei droni per individuare i luoghi in cui si assembravano i manifestanti, per poi farli uccidere dai militari a bordo di elicotteri».

Fonte: Il Sole 24 Ore