BAW Bolzano Art Weeks, l’arte occupa la città

BAW Bolzano Art Weeks, l’arte occupa la città

A Bolzano da qualunque parte si guardi, si vedono un susseguirsi di montagne che incoronano la città. Montagne ancora verdeggianti in attesa che l’autunno si faccia più insistente. Una natura incombente, pronta a riprendersi i suoi spazi, momentaneamente occupati dagli uomini. E proprio la natura ha invaso anche la quinta edizione di BAW Bolzano Art Weeks intitolata «Remapping Land/Marks». BAW è nata da un’idea di Nina Stricker ed è organizzata da Cooperativa 19 in collaborazione con Südtiroler Künstlerbund e LanaLive-Südtirol Kultur, ed unisce oltre 100 partner che a loro volta propongono eventi, mostre, performance molti dei quali con riferimenti al mondo naturale. Questo grande festival collettivo e non gerarchico dura una decina di giorni, quest’anno dal 3 al 12 ottobre.

Alcuni dei luoghi “occupati” da BAW

NOI Techpark, centro tecnologico che funge anche da incubatore di start-up, è un fiore all’occhiello dell’Alto Adige sul quale sono riversate molte speranze. Per l’occasione ha ospitato la mostra «reginae» di Martina Fontana e curata da Simone Sensi: una serie di opere-alveari giganti che invadano la hall d’ingresso di NOI a simboleggiare la forza e l’importanza della collettività. Ogni lavoro è realizzato con il muskin, una pelle ecologica ricavata dai funghi ed ha un prezzo di 3.000 euro. In generale sono molte le iniziative di NOI legate all’arte contemporanea, nella consapevolezza che sviluppo tecnologico e culturale devono andare di pari passo.

Werk 3 è uno spazio indipendente che occasionalmente apre al pubblico, qui sorgeva una centrale idroelettrica ormai in disuso e in occasione di BAW ospita la mostra «Strange Pianos» dell’artista Jacopo Mazzonelli e della pianista Eleonora Wegher. Sono esposti una serie di strumenti a tastiera decisamente inusuali: macchine da scrivere intonanti, toy-piano, palestre per le dita e il dulcitone che ha un suono celestiale; a volte costruiti e decostruiti dall’artista stesso. All’esterno dello spazio delle canne d’organo trasmettono la musica che viene suonata all’interno dagli strumenti, fondendosi così con i rumori della natura come quelli del fiume sottostante. Mazzonelli è proposto dalla galleria Studio G7 con un range di prezzo dai 4.000 ai 40.000 euro.

Prima che arrivino le erbacce, c’ha pensato l’artista Barbara Prenka ad “occupare” gli spazi di un ex ristorante affacciato proprio sul binario 1 della stazione di Bolzano. Una grande istallazione, una coperta tridimensionale che mescola pittura e scultura e sulla quale è ricamata una frase dagli echi poetici, le quotazioni di Prenka variano dai 900 ai 13.000 euro. L’opera è stata realizzata durante una residenza da Lottozero, centro creativo a Prato che si focalizza sulla ricerca nel tessile e nel design, fondato dalle sorelle Arianna e Tessa Moroder originarie proprio di Bolzano.

Fonte: Il Sole 24 Ore