B&B Italia punta a crescere con i grandi contratti di arredo
Come due piatti di una bilancia che oscillano su e giù in cerca di un punto di equilibrio, l’interesse del mercato dell’arredamento per l’ambito residenziale e per quello dell’hospitality e dei grandi progetti contract sono spesso complementari: così è accaduto che, durante e subito dopo il Covid, le vendite di mobili per uso residenziale hanno registrato una crescita straordinaria, mentre la domanda del settore contract crollava, mentre ora la situazione sembra essersi ribaltata.
Come cambia il mercato
«Anche il 2025 sta confermando questa tendenza, già rilevata nel 2024, con una sofferenza per quanto riguarda il retail e, viceversa, una domanda molto forte nell’ambito delle grandi forniture per hotel, yacht, ristoranti o condomini di pregio», spiega Demetrio Apolloni, ceo di B&B Italia, che fa parte del gruppo Flos B&B Italia Group (ex Design Holding), controllato pariteticamente da Investindustrial e The Carlyle.
Proprio per intercettare questa domanda crescente l’azienda brianzola – fondata nel 1966 da Piero Ambrogio Busnelli e oggi tra i marchi più noti del design italiano, con 263,4 milioni di euro di fatturato – ha deciso di tornare a investire con decisione pr rafforzare la produzione di armadiature e sistemi per l’arredo che, uniti alla proposta di cucine di alta gamma dell’azienda controllata Arclinea, formano un “pacchetto” di grande interesse da spendere sul mercato internazionale, in particolare nei Paesi oggi più dinamici, come il Medio Oriente, ma non solo.
Grandi progetti in corso
Se infatti il mercato retail, o comunque la vendita dei singoli pezzi (seppur iconici e di grande notorietà) è stagnante un po’ ovunque, dall’Europa agli Stati Uniti, alla Cina, viceversa il settore dei grandi progetti è in grande fermento anche in questi mercati, spiega Apolloni, con importanti trattative o cantieri in corso, ad esempio a Miami e Londra. Tanto che, a livello di ordinativi, i numeri del 2025 sono migliori rispetto al 2024.
«L’aspetto a nostro avviso più interessante, soprattutto per una realtà come la nostra che opera nella fascia alta del mercato, è che in passato nell’hospitality contract il fattore prezzo era un elemento competitivo molto rilevante – aggiunge Apolloni –. Ora, invece, osserviamo che il valore del marchio viene sempre più spesso valorizzato dai developer internazionali e quindi la competizione si è spostata verso l’alto e si gioca sull’offerta di prodotti di qualità, anche quando si tratta di elementi strutturali di un edificio, che in questo genere di progetti vengono integrati all’architettura dai costruttori stessi, come cucine e armadi.
Fonte: Il Sole 24 Ore