Bce, dai dazi rischi per la stabilità finanziaria Ue. JPMorgan: Dimon, rischi significativi da dazi e tenuta economia
- 15 Luglio 2025
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JpMorgan Chase ha chiuso il secondo trimestre con utili e ricavi in calo, riflettendo un difficile confronto con lo scorso anno, quando la banca aveva registrato una componente di profitto una tantum. La banca newyorkese nei tre mesi chiusi a giugno ha riportato un utile netto in calo del 17% a 14,99 miliardi di dollari, 5,24 dollari per azione, rispetto ai 18,15 miliardi, o 6,12 dollari per azione, dello scorso anno. Il fatturato netto è stato di 45,7 miliardi di dollari, in calo del 10%. Il reddito netto da interessi è stato di 23,3 miliardi di dollari, in crescita del 2%. I ricavi reported sono scesi dell’11% a 44,9 miliardi, mentre quelli managed sono calati del 10% a 45,68 miliardi. Le masse gestite sono salite del 18% a 4.300 miliardi di dollari. “Ciascuna linea di business ha registrato una buona performance”, ha commentato il presidente e ceo Jamie Dimon, sottolineando come “L’economia statunitense è rimasta solida nel trimestre. La finalizzazione della riforma fiscale e la potenziale deregolamentazione sono positive per le prospettive economiche, tuttavia persistono rischi significativi, tra cui le tariffe e l’incertezza commerciale, il peggioramento delle condizioni geopolitiche, gli elevati deficit fiscali e i prezzi elevati degli asset. Come sempre, speriamo nel meglio, ma prepariamo l’azienda a un’ampia gamma di scenari”.
La fondina resta chiusa, ma i colpi sono contati. Ancora scottata da un’intesa che – per stessa ammissione pubblica del capo negoziatore Maros Sefcovic – “sembrava vicina”, l’Europa ha scelto una tregua semi-armata. Il bazooka anti-coercizione, evocato da mesi come ultima ratio, resta un avvertimento e a prendere forma è invece la seconda lista di controdazi. Seppur alleggerita con cura diplomatica per colpire i pezzi da novanta del made in Usa fino a 72 miliardi di euro. Una pressione “calibrata” per non far saltare il tavolo e, al contempo, non farsi cogliere impreparati dal no deal.
Dall’altra parte dell’Atlantico, però, Trump marcia senza ripensamenti, rilanciando la narrazione del grande saccheggio. “Gli Stati Uniti sono stati derubati da amici e nemici, nel commercio (e nell’esercito!), per decenni”, ha tuonato di nuovo rilanciando la promessa di “fare ciò che è giusto per l’America”. Un affondo smussato più tardi da un accenno alla possibilità di “dialogo”.
“Posso confermare che il commissario Sefcovic ha avuto una chiamata con il Segretario al Commercio statunitense, Howard Lutnik, ieri sera. Non posso fornire dettagli al riguardo. Posso confermare che il commissario questa sera avrà una chiamata con il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, Jamieson Greer. Posso confermare che i team tecnici della Commissione Europea sono in viaggio verso Washington DC in questo momento. E non entrerò in ulteriori dettagli riguardo ai negoziati con gli Stati Uniti, perché ci troviamo nella fase più delicata di tali negoziati in questo momento, lavorando per raggiungere un accordo di principio prima della scadenza fissata dagli Stati Uniti del 1° agosto”. Lo afferma il portavoce della Commissione europea, Olof Gill, nel briefing quotidiano con la stampa.
“Il secondo elenco di contromisure, stilato dalla Commissione Europea e per il quale abbiamo condotto una consultazione di quattro settimane con gli Stati membri, le parti interessate e l’industria diverse settimane fa, è stato inviato ieri agli Stati membri; ora avranno l’opportunità di esaminarlo – prosegue -. Ciò che accadrà a quel punto è che la Commissione avvierà quella che chiamiamo la nostra procedura standard di comitologia, che consiste essenzialmente nell’ascoltare le opinioni degli Stati membri. Presenteremo una proposta agli Stati membri, che poi approveranno il secondo elenco. Tuttavia, posso dirvi che non è nostra intenzione presentare contromisure prima del 1° agosto, quando i negoziati proseguiranno”.
Fonte: Il Sole 24 Ore