Beko, il piano avanza: 300 uscite volontarie e primi 54 milioni di investimenti

Beko, il piano avanza: 300 uscite volontarie e primi 54 milioni di investimenti

Nel gruppo Beko il contatore delle adesioni all’uscita volontarie e incentivate, con un pacchetto fino a 90mila euro, oltre a un servizio di outplacement e di ricollocamento, ha già raggiunto il numero 300, dopo la prima accelerazione di quest’estate seguita agli accordi sindacali siglati sito per sito. Di queste 50 sono avvenute a Siena. Per chi è a 4 anni dalla pensione la multinazionale dell’elettrodomestico ha invece previsto uno scivolo fino ad arrivare alla quiescenza e anche in questo caso «ci sono già molte adesioni», spiega Maurizio Sberna, direttore comunicazione e relazioni esterne di Beko Europe. Per aderire all’uscita a queste condizioni c’è ancora tempo fino alla fine di novembre e la società conta di riceve ancora molte altre adesioni, alleggerendo così il numero degli esuberi, 1.284, su cui nei mesi scorsi è stato raggiunto un accordo al Mimit con i sindacati (Fiom, Fim e Uilm).

Il piano della società ha previsto anche investimenti per 300 milioni di euro entro il 2027 e sta avanzando secondo l’agenda prevista dall’accordo quadro. «Nei primi sei mesi sono stati già realizzati 54 milioni di investimenti di cui un terzo a Cassinetta, in provincia di Varese. Più in generale un terzo di queste risorse sono state investite nella ricerca», ha spiegato Maurizio Sberna nel corso della presentazione dell’ampliamento dell’area della ricerca in ambito cottura nel sito. A Cassinetta, continua il manager «ci sarà tutto il processo della realizzazione dei sistemi di cottura, dalla penna, quindi dalla progettazione fino alla realizzazione. L’investimento ha consentito di accentuare l’automazione dei processi tant’è che oggi si passa dal rotolo di acciaio fino alla cavità del forno senza l’intervento di nessun operatore».

Gli investimenti e la realizzazione del piano di Beko in Italia cade in una fase che Sberna definisce «molto complessa per via della continua conquista di quote di mercato da parte dei produttori cinesi. Una concorrenza che è aumentata soprattutto dopo l’annuncio dei dazi americani e l’arrivo in Europa di sempre più prodotti cinesi di fascia media che un tempo erano destinati al mercato americano». Nel frattempo Invitalia il 30 settembre farà il rogito dell’acquisto del sito di Siena e il 1° ottobre è prevista una visita del ministro Adolfo Urso nel sito di Siena per fare il punto sullo stato della reindustrializzazione.

Fonte: Il Sole 24 Ore