
Benigni, Goldberg e Spacey: la Rai punta sulle star (ma la polemica sull’informazione non si spegne)
La Rai sceglie ancora una volta Napoli come palcoscenico per svelare il suo futuro. Tra strette di mano, battute, grandi annunci e qualche polemica, il Centro di Produzione partenopeo si è trasformato ieri nell’epicentro del servizio pubblico italiano. E il sindaco Gaetano Manfredi coglie in questo anche un segnale beneaugurante: «È il terzo anno di fila che la Rai presenta a Napoli i suoi palinsesti. E in tre anni due scudetti». E la presentazione è l’occasione per la Rai per calare carte rimaste coperte ma che la Tv di Stato mette sul tavolo per il prossimo autunno: Roberto Benigni, Whoopy Goldberg e Kevin Spacey. E chissà che non arrivi anche Fiorello nei mesi a seguire.
Non si risparmia in conferenza stampa con i giornalisti l’amministratore delegato Rai Giampaolo Rossi, preceduto sul palco dal sindaco di Napoli Manfredi e poi dal governatore campano Vincenzo De Luca. La cui partenza è apparsa una parodia dell’incontro-scontro di qualche trempo fa con la premier Meloni: «Come sto? Bene di salute. Poi il resto…». Ed è sempre De Luca a lanciare un appello, che ad alcuni è apparso anche un atto di quantomeno velata accusa: «Il mondo precipita verso la barbarie e il servizio pubblico deve essere un baluardo. Serve un sussulto di civiltà. Dovete spiegare che la guerra preventiva non è diritto internazionale, che i massacri sono massacri, che la verità conta. Non possiamo tollerare il pensiero unico».
L’ad Rossi: «La Rai non disinveste sull’informazione»
Al centro dell’attenzione l’ad Rossi ha però voluto mettere il processo di trasformazione. «Non parliamo di tagli, ma di razionalizzazione. Serve garantire equilibrio economico e sostenibilità, mantenendo alta la qualità». Le stelle brillano, ma sul palco di Napoli non mancano le ombre. È l’informazione il vero terreno di scontro. Da giorni infuriano le polemiche sulla presunta riduzione dell’offerta giornalistica, innescate anche dalle dichiarazioni del conduttore di “Report”, Sigfrido Ranucci, preoccupato per il futuro dell’inchiesta. Sul tema Rossi risponde con decisione. «Chi afferma che Rai sta disinvestendo sull’informazione sta dicendo una cosa falsa».
L’accordo per i precari
In questo quadro l’ad ricorda «l’accordo fondamentale per i 127 professionisti ora diversamente contrattualizzati» che «è un segnale in controtendenza rispetto alla crisi che attraversa oggi l’editoria. Oltre a dare una prospettiva a molti giornalisti oggi precari, rappresenta l’importanza per servizio pubblico del primato dell’offerta informativa, assicurando la migliore qualità di informazione, approfondimento e inchiesta di cui la Rai ha il maggior numero di ore».
Il confronto con l’estero
«Con questa governance – aggiunge Rossi – le ore complessive di programmi di approfondimento crescono dell’8,2% e quindi 200 ore in più rispetto al 2022, raggiungendo 2.719 ore di programmi di approfondimenti giornalistico. Se aggiungiamo a questo tutta l’offerta delle testate giornalistiche tocchiamo le 10mila ore annue, che posiziona la Rai come broadcaster pubblico europeo con l’offerta informativa più ampia». Insomma c’è un incremento – sottolinea Rossi – che è ben evidenziato anche dall’aumento dei titoli di approfondimento proposti che, nel periodo oggetto di analisi, crescono del 20.7%, attestandosi su un totale di 146 titoli». Rai, ha proseguito, «è il broadcaster pubblico europeo con l’offerta informativa più ampia: tredici ore giornaliere rispetto alle 2.3 di BBC e alle 3,4 di France Télévisions».
Fonte: Il Sole 24 Ore