
Bergamo, dal Covid all’eccellenza sanitaria. La vittoria della rete
Bergamo inaspettata. Bergamo che mostra un volto nuovo, che va al di là del racconto di una città incentrata solo sull’industria e sulla manifattura, quasi un satellite di Milano. Ambiente, servizi, cultura, sport e salute sono le nuove carte che negli ultimi anni hanno cambiato la percezione e la vita in quella che, nonostante il momento di difficoltà generale, resta una delle aree più sviluppate del Paese. Quando, durante l’epidemia di Covid, qualcuno si domandava se ne saremmo usciti migliori, in tanti avevano abbandonato ogni speranza solo pochi mesi dopo il disastro. In realtà, oggi, qui, tra le cicatrici, un’eredità positiva è rimasta.
Ne è convinta anche la sindaca Elena Carnevali, succeduta a giugno a Giorgio Gori. «In questa città abbiamo imparato ad andare avanti tutti insieme, c’è una profonda dimensione identitaria che permette il riconoscimento del ruolo in modo reciproco. Amministrazione, Camera di Commercio, industriali, associazioni e Chiesa remano tutti in una stessa direzione e questo alla fine è decisivo».
C’è stato anche il coraggio di fare emergere una nuova visione che è quella di una «città aperta su scala europea basata su un dinamismo pragmatico che affonda le sue radici nell’innovazione da una parte e nel solidarismo dall’altra». In questo senso i luoghi simbolo del cambiamento sono senz’altro l’aeroporto, l’università (con Meccatronica, Ingegneria e Polo giuridico), il Kilometro rosso e il sistema ospedaliero, sia pubblico che privato. Con un occhio a quella che sarà la nuova fiera, in previsione del suo raddoppio.
Ma Carnevali tiene particolarmente al piano generale del territorio che sostiene «uno sviluppo dell’area urbana senza consumare più suolo». Sicuramente un obiettivo importante vista la pressione a cui sono sottoposte tante zone, soprattutto vicino alle grandi arterie. «Questo ha permesso di puntare sul recupero delle grandi aree dismesse a cui si è cercato di dare una nuova vocazione anche culturale ed espositiva. Ora pensiamo in termini di città metropolitana che cresce su nuovi poli. Ma è necessaria una rete di trasporti che permetta di ridurre l’uso dell’auto. Dunque, la tramvia delle Valli, il centro intermodale di Porta sud e il nuovo collegamento ferroviario per lo scalo di Orio al Serio».
Anche per Giovanna Ricuperati, presidente di Confindustria Bergamo, è prioritario sottolineare come la città si possa definire «una vera e propria capitale relazionale che trova la sua forza nel senso di comunità». Questo soprattutto in un momento quale l’attuale, in cui la congiuntura economica non è certo favorevole. «La nostra strada per essere resilienti è quella di essere aperti al mondo e di innovare».
Fonte: Il Sole 24 Ore