
Berni (Grana Padano): «I dazi al 30%? Un assist ai produttori del Wisconsin»
Il Grana Padano, il formaggio Dop più esportato al mondo, con i dazi americani al 30% subirebbe un danno economico tra i 75 e gli 80 milioni di euro all’anno. Si tratta di calcoli di massima, fatti in fretta e furia all’indomani dell’annuncio di Trump di sabato scorso, «perché nessuno, nemmeno nella peggiore delle ipotesi, si aspettava aumenti di questa portata», ammette Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di tutela del Grana Padano, un campione del made in Italy da 4 miliardi di euro di produzione, 142 aziende e oltre 220mila forme vendute negli Usa nel corso del 2024.
Lei è stato tra i più duri a commentare sabato l’annuncio di Trump, definendolo un «atto di guerra», e ha detto che con i dazi al 30% un chilo di Grana Padano negli Usa arriverà a costare 50 dollari…
Un bell’assist, per i produttori di formaggio del Wisconsin, che infatti sono tutti trumpiani. Già oggi l’American grana, o il parmesan, costano la metà dei formaggi Dop italiani. Con i dazi al 30% e 50 dollari al chilo, mi aspetto che i consumatori americani, che prima compravano tre pezzi di Grana, finiranno col comprarne solo due e per il terzo guarderanno ai prodotti made in Usa, risparmiando così 20 dollari al chilo.
Quanto costa oggi acquistare il Grana Padano negli Usa?
Siamo già a 40 dollari al chilo. Facciamo un po’ di chiarezza: da sempre il Grana Padano, così come il Parmigiano Reggiano, sul mercato americano paga un dazio del 15%. All’inizio della sua presidenza Trump disse che ci avrebbe messo un dazio del 20%, che sommato al 15% storico avrebbe voluto dire arrivare al 35%, poi è tornato a più miti consigli e ce lo ha applicato solo del 10%. Ad oggi, dunque, il Grana Padano si vende negli Usa con un dazio del 25% e così sarà fino all’1 di agosto.
Fonte: Il Sole 24 Ore