Biodiversità, in Italia a rischio estinzione il 28% dei vertebrati

Biodiversità, in Italia a rischio estinzione il 28% dei vertebrati

Continua ad essere sotto pressione la biodiversità italiana, una delle più ricche in Europa: solo l’8% degli habitat naturali risulta in uno stato di conservazione favorevole, mentre il 28% delle specie di vertebrati e il 24% delle piante vascolari valutate sono a rischio di estinzione. Il consumo di suolo resta una criticità: nel 2024 sono stati persi 7.850 ettari, pari a 21,5 ettari al giorno. Preoccupa il versante climatico: il 2024 è stato l’anno più caldo di tutta la serie dal 1961. I ghiacciai alpini osservati perdono massa a un ritmo sostenuto e l’innalzamento del livello del mare, pur di pochi millimetri l’anno, è continuo e dunque necessita di attenzione. Le perdite economiche pro capite dovute a eventi estremi sono quintuplicate in sette anni, dal 2017 l’Italia si colloca stabilmente su livelli superiori alla media europea.

Biodiversità, consumo del suolo e clima sono le sfide ancora aperte per l’Italia, un Paese che si conferma leader nell’economia circolare, con un tasso di utilizzo circolare dei materiali che ha raggiunto il 20,8% nel 2023, quasi il doppio della media UE (11,8%), collocando l’Italia al secondo posto nella Ue. L’Italia inoltre riduce le emissioni di gas serra (-26,4% tra 1990 e 2023) e fa crescere l’agricoltura biologica. Nel Paese aumenta il consumo di energia da fonti rinnovabili, che supera il traguardo 2020 e punta al 38,7% entro il 2030. Sul fronte della qualità ambientale, l’Italia mostra risultati contrastanti: da un lato un aumento dei corpi idrici superficiali in stato chimico buono, che raggiungono il 78% dei fiumi, dall’altro nonostante l’inquinamento atmosferico presenti un generale miglioramento, avvicinandosi al rispetto dei valori limite di legge, si necessita di ulteriori interventi per raggiungere pienamente i valori di riferimento Oms.

Il contesto è quello di un’Europa che si conferma leader mondiale nell’impegno per il clima: riduce le emissioni di gas serra e l’uso di combustibili fossili, mentre raddoppia la quota di energie rinnovabili dal 2005. Fa passi significativi sulla qualità dell’aria, l’economia circolare e l’efficienza delle risorse, ma è in difficoltà su biodiversità e clima. Sono in crisi in tutti gli ecosistemi – terrestri, di acqua dolce e marini – a causa delle persistenti pressioni esercitate da modelli di produzione e consumo non sostenibili. L’Europa è inoltre il continente che si riscalda più rapidamente nell’intero pianeta.

Lo scenario complessivo emerge dalla presentazione di tre strumenti: il rapporto europeo Europe’s Environment 2025 dell’Agenzia europea per l’Ambiente, il rapporto Ispra Stato dell’Ambiente in Italia 2025: Indicatori e Analisi e il rapporto Ambiente Snpa. Insieme questi indicatori garantiscono coerenza, comparabilità e trasparenza, consentendo di monitorare i progressi e misurare l’efficacia delle politiche pubbliche. E la strada, come viene evidenziato, è ancora lunga.

Fonte: Il Sole 24 Ore