
Biotech, ambiente, digitale: i progetti italiani con il marchio di eccellenza Ue
Diciassette progetti italiani, per la doppia transizione digitale ed energetica, si sono guadagnati il marchio di eccellenza Step (Piattaforma delle tecnologie strategiche) della Commissione europea, una sorta di biglietto per l’accesso prioritario ai progetti e ai finanziamenti europei.
Dopo una prima lista stilata alla fine dello scorso anno, la Commissione ha definito l’aggiornamento delle iniziative con “il bollino” di alta qualità tecnologica: l’Italia tocca un valore di oltre 415 milioni, nelle aree tematiche biotech (farmaceutica e biotecnologie), cleantech (tecnologie per la riduzione dell’impatto ambientale), digital/deep tech (tecnologie digitali di frontiera) con iniziative previste in Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Veneto.
Secondo la Commissione europea, il marchio ( “Step Seal”) dovrebbe essere funzionale a diversi obiettivi: promozione di proposte di alta qualità certificandole, facilitare finanziamenti combinati provenienti da diversi strumenti di bilancio della Ue, attrarre contributi aggiuntivi anche privati. Un vantaggio ulteriore, per i progetti Step, è stato deliberato dal Cipess nell’ultima seduta, cioè la possibilità di applicare un tasso di cofinanziamento al 100% a carico delle risorse europee sul periodo contabile 2023-2024 (in pratica lo Stato non è tenuto a cofinanziare i fondi strutturali).
Ma ci sono anche delle criticità. Le principali associazioni delle imprese italiane ad esempio, in una serie di confronti tecnici, hanno segnalato al governo la necessità di sollecitare Bruxelles a varare alcune correzioni relative alla normativa in materia di aiuti di Stato per estendere le opportunità e i vantaggi della piattaforma Step anche alle grandi aziende operative nelle cosiddette “zone non assistite” della Carta degli aiuti.
Tecnologie pulite
Tornando ai progetti di eccellenza, la maggior parte rientra nell’ambito “Cleantech”, cioè delle tecnologie “pulite” finalizzate alla riduzione dell’impatto ambientale. Il piano più sostanzioso, da 182 milioni, è stato presentato da Energie Tecnologie Ambiente per valorizzare la CO2 catturato dai gas di scarico della centrale di Manfredonia, in Puglia, utilizzandolo come materia prima per la produzione di metanolo rinnovabile insieme all’idrogeno verde. Enel produzione ed Enel Green Power sono entrate nella lista Ue con un programma – BESS4Hydro (1,86 milioni) – che abbina un sistema di accumulo a batterie agli ioni di litio a un impianto idroelettrico a bacino, la centrale di Dossi in Lombardia. In campo, tra gli altri, anche il gruppo Marcegaglia con il progetto di cattura della CO2 prodotta dallo stabilimento di Ravenna (31,2 milioni); FuturaSun per una fabbrica di produzione di moduli fotovoltaici a Cittadella (21,4 milioni); il gruppo Saras con l’iniziativa Re-Tyre CO2 per il recupero, riciclo e riutilizzo di pneumatici a fine vita (9,3 milioni).
Fonte: Il Sole 24 Ore