
Bitcoin aspetta Trump e punta di nuovo quota 100mila dollari
L’inflazione negli Stati Uniti non morde (come temuto) e lascia nuovamente spazio alle classi di investimento risk-on. I titoli tecnologici del Nasdaq hanno vissuto un rimbalzo vicino al 2% nel giorno in cui è è stato comunicato che a dicembre l’indice core dei prezzi al consumo negli Stati Uniti è salito su base del 3,2%, meno del 3,3% atteso. A fronte di un mercato in questa fase decisamente preoccupato per un possibile rimbalzo dell’inflazione la reazione degli investitori è stata da “appetito al rischio”. La conferma arriva da Bitcoin che con un balzo del 3% (5% settimanale) si è riportato nuovamente a ridosso della soglia simbolica e psicologica dei 100mila punti. Per quanto abbia l’ambizione di ricoprire in futuro una funzione di “riserva di valore” e di copertura nel lungo periodo dall’inflazione (la funzione oggi riconosciuta dalla maggior parte degli investitori all’oro fisico) Bitcoin continua a dimostrare un’elevata volatilità che tende a sprigionare il lato positivo durante le fasi di accentuato risk on e di espansione della liquidità.
Il rimbalzo
Un contesto di minore inflazione attesa negli Usa libera difatti liquidità nel sistema perché contribuisce ad abbassare i rendimenti dei titoli di Stato (il decennale è passato dal 4,8% al 4,65%) che vengono anche usati come collaterale globale per ottenere finanziamenti. Se i rendimenti scendono vuol dire che i prezzi dei bond salgono e, con ciò, anche il valore del collaterale. Di conseguenza nelle ultime ore Bitcoin sta beneficiando difatti del calo dei rendimenti dei governativi Usa.
Le promesse di Trump
Non va poi dimenticato che manca pochissimo ormai all’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca (20 gennaio). Sono tante le promesse che a questo giro della storia il tycoon ha dispensato a favore di Bitcoin e, più in generale, per la cripto-industria. Partirà quindi da subito il fact-checking per verificare se intenderà passare dalle parole ai fatti. Tra questi c’è anche l’inserimento di Bitcoin tra le riserve strategiche nazionali, insieme a oro e petrolio. Su questo punto è già stato presentato un disegno di legge dalla senatrice pro-cripto Cynthia Lummis che prevede l’acquisto in cinque di 1 milione di Bitcoin da parte del governo, da affiancare agli oltre 200mila che oggi detiene come frutto di sequestro ad organizzazioni criminali negli ultimi anni.
Su questo punto c’è molta attesa a tal punto che sulla piattaforma decentralizzata di sondaggi online Polymarket al momento alla domanda “Trump varerà nei primi 100 giorni la riserva strategica di Bitcoin” l’ipotesi di un sì è salita al 35%, in rialzo rispetto al 22% di inizio gennaio.
Fonte: Il Sole 24 Ore