
Bitcoin fa il suo ingresso nel Nasdaq attraverso MicroStrategy: ecco come
Il 2024 sarà un anno da ricordare per Bitcoin. L’11 gennaio sono stati quotati a Wall Street i primi Etf che replicano il prezzo spot (di mercato) della criptovaluta. Al momento si stanno rivelando un successo senza precedenti dato che in 10 mesi hanno raccolto più di quanto gli analoghi prodotti sull’oro fisico non abbiano raccolto in 10 anni dal rispettivo lancio nel 2006. Il 5 dicembre il prezzo di Bitcoin ha superato per la prima volta nella storia la soglia simbolica e psicologica dei 100mila dollari portando la capitalizzazione di mercato oltre i 2mila miliardi di dollari, al settimo posto nella classifica mondiale degli asset guidata proprio dall’oro fisico (18mila miliardi) seguito al secondo da Apple (3.750 miliardi). E ora, mentre in diversi Stati (Usa, Giappone, Brasile) si sta parlando di adottare Bitcoin come riserva strategica nazionale, è arrivata un’altra notizia. Una sorta di ciliegina sulla torta del 2024: a partire dalla settimana di Natale Bitcoin “entrerà” nel Nasdaq 100, il paniere dei titoli tecnologici più importante e liquido del pianeta.
MicroStrategy: la porta d’ingresso per Bitcoin nel Nasdaq
Ma come può Bitcoin, considerata una materia prima tanto dalla Sec (l’autorità che regolamenta i mercati finanziari statunitensi) quanto dalla Ctfc (l’ente federale degli Stati Uniti che regolamenta i mercati dei future e delle opzioni sulle materie prime) entrare a far parte di un paniere di titoli tecnologici? L’ingresso non è diretto ma avviene attraverso il titolo MicroStrategy, l’azienda fondata da Michael Saylor che detiene in tesoreria 420mila Bitcoin e che in occasione dell’ultima trimestrale ha presentato la nuova strategia di voler diventare la “banca mondiale di Bitcoin”.
Nella notte italiana la società Nasdaq ha comunicato ingressi ed uscite nell’ambito del ribilanciamento annuo che avviene sempre nella quarta settimana del mese di dicembre. Nel comunicato si legge: «Nasdaq ha annunciato oggi i risultati della revisione annuale dell’Indice Nasdaq-100, che diventeranno effettivi prima dell’apertura dei mercati di lunedì 23 dicembre 2024. Le seguenti tre società verranno aggiunte all’Indice: Palantir, MicroStrategy e Axon. A seguito della revisione, le seguenti tre società verranno rimosse dall’Indice: Illumina, Super Micro Computer e Moderna».
Tecnicamente, quindi, non è Bitcoin ma MicroStrategy a fare il suo ingresso nel Nasdaq 100. Ma la correlazione tra la criptovaluta e la società è elevatissima. Non solo perché l’azienda continua ad acquistare, recentemente a ritmo settimanale, nuovi Bitcoin da detenere in tesoreria. Ma anche perché così facendo, MicroStrategy si è posta l’obiettivo di diventare la porta di ingresso per investire in Bitcoin da parte di una serie di operatori finanziari che vorrebbero esporsi nella criptovaluta ma non possono (per compliance) o lo ritengono sconveniente per vie delle norme sui bilanci. Per questo motivo MicroStrategy ha annunciato l’emissione di nuovi convertible bond. L’ultimo, lanciato a fine novembre, è stato addirittura emesso a tasso 0 (quindi la società non pagherà alcun interesse fino alla scadenza del 2029). Pur essendo senza interessi il bond ha ricevuto una forte domanda (da spingere la società ad aumentare l’importo da 1,8 a 2,6 miliardi) provenienti da grandi investitori istituzionali (compagnie assicurative, fondi hedge, istituti finanziari).
Come mai? Il bond prevede la possibilità di convertire l’investimento in azioni MicroStrategy a un prezzo (strike price di conversione) del 55% più alto rispetto alla data di emissione. In pratica chi ha acquistato questa obbligazione ha comprato il diritto di poter comprare le azioni della società fra quattro anni a un prezzo molto più caro (il 55% in più). Se questa condizione non dovesse verificarsi a scadenza riceverà indietro il capitale. Di fatti si tratta di una sorta di opzion call out of the money (con un prezzo di esercizio del diritto di comprare le azioni lontano dal prezzo attuale di mercato) ma che, a differenza delle opzioni call out of the money disponibili oggi sul mercato delle opzioni, offre il rimborso del capitale a scadenza nel caso il prezzo del titolo nel frattempo non abbia superato lo strike price. Nel mercato tradizionale delle opzioni invece, se la condizione non si verifica (tecnicamente se l’opzione “out of the money” non diventa “in the money”) l’investitore perde integralmente il capitale investito per acquistare l’0pzione.
Fonte: Il Sole 24 Ore